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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Delitto di Fiera, rinvio a giudizio per sette persone

Il 25 gennaio prossimo si celebrerà la prima udienza del processo davanti alla Corte d'Assise per la morte di Ragip Kolgeci, il kosovaro di 52 anni ucciso la sera del 12 ottobre a Fiera, davanti al bar "La Musa" di viale IV Novembre. I principali imputati sono due compatrioti del morto, il 51enne Afrim Manxhuka e il 32enne Valmir Gashi

Una efferata spedizione punitiva, pare causata da un credito di 500 euro che il figlio della vittima (assistito così la madre e le altre tre sorelle dall'avvocato Fabio Crea) esigeva da uno degli indagati, che sarebbe stato protetto dai due autori dell'omicidio. Sono queste le circostanze in cui è avvenuta la morte di Ragip Kolgeci, il 52enne di origine kosovara assassinato la sera del 12 ottobre a Fiera, davanti al bar "La Musa" di viale IV Novembre. L'uomo, che era arrivato in Italia da poco tempo, sarebbe stato accoltellato all'interno coscia, fendente che gli ha reciso l'arteria, e finito con un colpo inferto con una barra metallica. Per quei fatti oggi 6 ottobre, dopo un'interminabile udienza preliminare, Afrim Manxhuka, 51 anni (difeso dagli avvocati Mattia Visentin e Luigi Fadalti) e il nipote, il 32enne Valmir Gashi (difeso dall'avvocato Mario Serpico) sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di omicidio volontario, duplice tentato omicidio, lesioni personali aggravate e minaccia.

Con loro, accusati di essere concorrenti nella commissione dei diversi reati, finiranno davanti ai giudici della Corte d'Assiste altri 6 kosovari. Si tratta di , del 35enne Leonard Gashi (difeso dall'avvocato Fabiana Ceschin), del 25enne Bardhyl Gashi (difeso dall'avvocato Paolo Bottoli), del 22enne Amir Durguti (difeso dall'avvocato Alessandro Sartore Caleca), del 23enne Labinot Sedju (difeso dall'avvocato Graziana Cenna) e del 28enne Fiqiret Mishi (difeso dall'avvocato Linda De Prisco). Il procedimento si aprirà il 25 gennaio del 2024. Prima dell'udienza preliminare di oggi, celebrata davanti al gup Piera De Stefani, erano state stralciate invece le posizioni del macedone 25enne Arlind Djambazoski (difeso dall'avvocato Vito Nicola Caprioli) e degli gli albanesi Sander Gjergji, 55enne (difeso dall'avvocato Lucia Crosato), Martin Gjergjin, 35enne difeso dall'avvocato Silvia Corto e del kosovaro 36enne Bedri Jakupi (difeso dall'avvocato Roberta Canal) mentre oggi ha subito lo stralcio anche Besim Maxhuka, 54 anni (difeso dall'avvocato Diego Casonato)

Secondo le accuse formulate dal pubblico ministero Valeria Peruzzo a finire nel mirino dei dodici ci sarebbero stati non solo Ragip Kolgeci ma anche il figlio Kastriot, quest'ultimo colpevole di pretendere il pagamento di mezzo migliaio di euro da parte di Labinot Sedju, che secondo le indagini era una persona che godeva della protezione di Manxhuka e Valmir Gashi. Questi ultimi sarebbero tra l'altro gli organizzatori del "commando" e avrebbero predisposto il trasferimento in auto da casa di Manxhuka al bar di Fiera dove poi avvenne il fatto di sangue.

La morte di Kolgeci fu causata da un "shock emorragico conseguente a ferita penetrante con lesione della vena femorale e trauma cranico con sfondamento della volta". Il kosovaro sarebbe stato affrontato dal 51enne con la frase “Adesso ti dico chi sono io .... sei morto” proferita mentre aveva in mano il coltello con cui avrebbe sferrato il colpo mortale mentre Valmir Gashi lo avrebbe accoltellato al fianco e colpito in testa con un barra metallica.

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