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Cronaca

Insulti e minacce contro la Polizia in Piazza Borsa, il sindaco: «Bisogna dare a questi giovani dei valori»

Così Mario Conte commenta fatti che ieri pomeriggio, 29 agosto, si sono verificati in Corso del Popolo, all'altezza di Piazza Borsa. Un ragazzo ancora minorenne, individuato attraverso le telecamere di sicurezza mentre spacciava della droga leggera, è stato "puntato" da agenti della Polizia ma gli "amici" hanno fatto da scudo per evitare che venisse prelevato da una Volante

«Qui non parliamo di una questione di ordine pubblico ma di una questione più sociologica, direi quasi culturale. Sempre più spesso leggiamo di atteggiamenti giovanili che vanno in questo senso: dove non arrivano le famiglie, che secondo me hanno delle grandi responsabilità educative, devono scattare altri valori come lo sport, l'associazionismo, il volontariato. Dobbiamo dare a questi giovani delle alternative».

E' questo il commento del sindaco di Treviso Mario Conte ai fatti che ieri pomeriggio, 29 agosto, si sono verificati in Corso del Popolo, all'altezza di Piazza Borsa. Un giovane ancora minorenne, individuato attraverso le telecamere di sicurezza mentre spacciava della droga leggera, è stato "puntato" da agenti della Polizia ma gli "amici" del giovane - secondo testimoni oculari sarebbero stati almeno una trentina - hanno fatto da scudo per evitare che venisse prelevato da una Volante, provocando una gazzarra che ha turbato passanti e anche qualche turista.

«Sono stati presi con le mani dentro il vasetto della marmellata - commenta Conte - e ancora protestavano la loro innocenza. Nei frangenti concitati si sono sentite urlare anche accuse di razzismo, dal momento che si il giovane sarebbe un italiano di seconda generazione, ma non c'entra nulla. A preoccuparmi è l'atteggiamento. Lo ripeto: non è una questione di ordine pubblico o di sicurezza ma piuttosto sociologica. Mi chiedo che tipo di educazione abbiano questi ragazzi a casa, in famiglia, o se ne ricevano una. Non rappresentano in nessun modo la gran parte dei coetanei ma sono una "sacca" che sfoga le frustrazioni con comportamenti che sono di fatto antisociali».

«A questo punto - ha proseguito - se manca l'elemento familiare noi siamo chiamati a sostituirlo con dell'altro. E' per questo che, in queste situazioni, deve aprirsi una collaborazione con le nostre società sportive, gli enti di volontariato, l'associazionismo. Non dobbiamo solo reprimere i comportamenti sbagliati ma prevenirli mostrando ai ragazzi e alla ragazze una modalità di stare al mondo che sia diversa, rispettosa degli altri e anche di sé stessi. Per questo rinnovo la mia ricetta: meno tempo da gestirsi da soli e più coinvolgimento nello sport, o nell'aiutare gli altri».

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