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Cronaca Asolo

Fondo di solidarietà: lo Stato ricorre contro i Comuni della Marca

Il Tar del Lazio, a febbraio, aveva riconosciuto le ragioni dei 44 Comuni trevigiani annullando la ripartizione 2015 del fondo perequativo nazionale costituito con la tassazione locale sugli immobili, l’Imu. Il provvedimento era stato giudicato illegittimo

ASOLO Il 16 maggio scorso, il Governo ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio 2554 del 2017 di febbraio, che aveva riconosciuto le ragioni dei 44 Comuni trevigiani annullando la ripartizione del Fondo di Solidarietà 2015, fondo perequativo nazionale costituito con la tassazione locale sugli immobili, l’Imu. Tale provvedimento era stato giudicato illegittimo. Asolo e gli altri 43 Comuni trevigiani, con capofila Conegliano, non hanno perso tempo e si sono costituiti in giudizio per ribadire le loro ragioni. Questa battaglia ha dei risvolti politici importanti.

Il Tar del Lazio ha infatti riconosciuto che è stata lesa dallo Stato l'autonomia finanziaria dei Comuni, come sancita dall'articolo 119 della Costituzione, che richiama il principio di certezza delle risorse disponibili. Per poter elaborare e approvare il bilancio di previsione, infatti, gli enti locali devono conoscere le entrate su cui possono contare per poter esercitare la propria autonomia in materia di spesa. Così purtroppo non è avvenuto nel 2015, come del resto negli anni precedenti. A causa appunto dei ritardi ministeriali.

"La costituzione davanti il Consiglio di Stato dei 44 Comuni vincitori avanti il Tar del Lazio fa parte di un percorso coordinato dall'Associazione Comuni della Marca Trevigiana per far valere in tutte le sedi le ragioni degli enti di un territorio virtuoso e correggere quei provvedimenti che penalizzano ingiustamente i nostri cittadini” afferma Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana.

"La ripartizione del Fondo di Solidarietà è un meccanismo sperequato e iniquo perché i soldi non vanno ai Comuni che oggi hanno più bisogno ma a quelli che, storicamente, sono stati meno virtuosi nella spesa pubblica – afferma il sindaco Mauro Migliorini - È un problema non di oggi ma che risale ai decreti Stammati degli anni Settanta. Io sono convinto che lo Stato non debba mettere mano nella tassazione locale e che il gettito Imu, imposta locale, debba rimanere nei rispettivi territori. In questo il Tar del Lazio ci ha dato ragione. Ora che lo Stato ha fatto ricorso, noi proseguiremo la nostra battaglia con la finalità di affermare la pari dignità dei nostri cittadini. Solo per il 2015, parliamo di più di 500 mila euro, indebitamente trattenuti dallo Stato!".

Incaricato di proseguire la battaglia legale per conto dei Comuni è stato l’avvocato Luca Antonini, che già aveva curato il ricorso al Tar. Le spese legali saranno ripartite in modo proporzionale tra i 44 Comuni ricorrenti. Ad anticipare il costo della causa – circa 43 mila euro – è stato il Comune di Conegliano, in quanto capofila. "I Comuni devono avere la certezza delle risorse assegnate e quindi lo Stato non può violare i termini stabiliti dalla legge – afferma l’avvocato Antonini – La sentenza del Tar del Lazio è stata importante perché ha rappresentato una vittoria per i Comuni virtuosi, che hanno combattuto gli sprechi e a cui le risorse servono per fare opere pubbliche e dare servizi ai cittadini. Continueremo la battaglia per ribadire il valore di alcuni principi fondamentali che permettono alle Autonomie virtuose di esercitare al meglio la loro funzione pubblica".

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