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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio di Anica, ora si affaccia l'ipotesi del soffocamento

Sulle labbra della 31enne ritrovata morta il 21 maggio scorso su un'ansa del Piave sarebbe state trovate lesioni tipiche di una morte per asfissia. Intanto sono arrivati sul tavolo del pubblico ministero Valeria Peruzzo i risultati delle analisi del Ris di Parma. Forse a giorni la svolta sulla vicenda

Anica Panfile, la donna romena di 31 anni trovata morta lo scorso 21 maggio su una ansa del Piave a Spresiano, potrebbe essere stata soffocata. A dirlo oggi, 25 ottobre, è Marco Martani, il capo della Procura di Treviso. Sulle sue labbra infatti sarebbero state riscontrate delle lesioni tipiche dell'asfissia. Anica, che gli investigatori ritengono sia stata uccisa il giovedì pomeriggio precedente al giorno del suo ritrovamento, potrebbe essere stata tramortita con un colpo al volto sferrato con un grosso oggetto contundente che gli avrebbe provocato anche la frattura di uno zigomo e poi finita dall'assassino che le avrebbe impedito di respirare. Di più di saprà quando l'anatomopatologo Antonello Cirnelli consegnerà la relazione finale sull'autopsia che a questo punto dovrebbe sciogliere il mistero su come si sia svolto l'omicidio. Di certo al momento c'è solo che nei polmoni della 31enne non è stata trovata traccia di acqua, il che confermerebbe che la Panfile è stata gettata nel canale che da Lovadina sfocia nel fiume Piave quando era già priva di vita.

Intanto sono arrivati sul tavolo del pubblico ministero Valeria Peruzzo i risultati delle analisi condotto dal Ris di Parma non solo sul cadavere ma anche sulla casa e sugli oggetti prelevati dall'abitazione di Franco Battaggia, il 76enne con un passato turbolento fatto di guai con la giustizia che lo avevano portato anche a una condanna per omicidio, unico indagato (a piede libero) per la morte della donna. I risultati restano per ora coperti dal segreto istruttorio ma è probabile che a giorni la vicenda possa arrivare ad una svolta decisiva.

Anica, prima di trovare lavoro in una mensa dell'Israa come cuoca, aveva lavorato per lui presso la pescheria "El Tiburon" di Spresiano. Il giovedì precedente al ritrovamento i due si sarebbero visti per la consegna di alcuni documenti fiscali che dovevano servire alla donna per la dichiarazione dei redditi. Ma da quando Anica avrebbe lasciato la casa di Battaggia ad Arcade di lei si è persa ogni traccia. Il 76enne dirà agli investigatori che l'hanno sentito una prima volta (al secondo appuntamento in Procura, invece, il "re del pesce" non si è presentato invocando la facoltà di non rispondere) che la 31enne in quella occasione gli avrebbe chiesto dei soldi, diecimila euro, e che lui gliene avrebbe dati solo la metà. Ma Luigino De Biase, compagno della romena, aveva smentito l'ipotesi dei "problemi economici". «L'unico debito che avevamo – confida – era una cartella Inps di poco più di mille euro».

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