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Cronaca

Veneto Banca, era "finanziata" una azione su tre

Nell'udienza al processo per per aggiotaggio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza, che vede alla sbarra l'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli, depone uno degli ispettori della Bce, secondo cui, tra il 2009 e il 2015, il 35% dei titoli risultava acquistato con il denaro dell'istituto di credito

Quando nel 2014 fu deciso un aumento di capitale di circa mezzo miliardo il 21 per cento delle azioni che furono collocate risultavano finanziate da Veneto Banca. E nel complesso, fra il 2009 e il 2015, quando si concluse la seconda ispezione decisa dalla Banca Centrale Europea sulla ex popolare di Montebelluna, le operazioni "baciate" ammontavano a circa il 35 per cento, oltre 347 milioni di euro. Questo il succo della deposizione di Vincenzo Nardone, ispettore che per, per conto della Bce, svolse la visita presso la sede centrale di Montebelluna dell'istituto di credito nel corso del 2015.

Nardone è stato ascoltato nel corso dell'udienza odierna, lunedì 14 giugno, nel processo che vede l'ex amministratore delegato ed ex direttore generale Vincenzo Consoli (che era presente in aula, difeso dall'avvocato Ermenegildo Costabile) alla sbarra per i reati di aggiotaggio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. L'ispettare della Bce  ha spiegato che il compito che gli era stato affidato era quello di un "follow up" rispetto alle precedente ispezione dell'organismo europeo (avvenuta nel 2013) e che aveva come obiettivo una verifica della governance generale della banca, il ruolo del direttore generale, il sistema dei controlli, la qualità di alcuni dirigenti ma soprattutto l'aumento di capitale del 2014, che fu di 490 milioni di euro.

I controlli presero in esame circa 1.000 posizioni e quello che emerse, secondo l'ispettore della Bce, fu che all'incirca 103 milioni erano relativi ad operazioni variamente finanziate con i soldi di Veneto Banca. «Bisognava dare - ha detto Nardone - liquidità al titolo, che soffriva a causa di 12 milioni di azioni che erano in coda per la vendita». Le operazioni finanziate dalla banca, dirette soprattutto verso grandi investitori, avevano insomme come obiettivo quello di convincere i piccoli e medi risparmiatori, che la quel punto erano diventati riluttanti, a sottoscrivere l'aumento di capitale. In precedenza un altro ispettore della Banca centrale Europea, Bruno Giannattasio,  aveva raccontato che nel corso dell'ispezione del 2013 c'era stata una "riclassificazione" delle posizioni creditizie, che aveva portato il 24% dei rapporti a scivolare verso la categoria dei "not perfoming loans", con perdite particolarmente significative nell'ambito immobiliare, su cui Veneto Banca non aggiornava le proprie stime sulle garanzie dal 2011.

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