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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Processo Veneto Banca, l'avvocato Campoccia: «Prospetto 2014 con l'ok di Consob»

Il legale trevigiano, componente del cda dell'istituto di credito dall'aprile del 2014 fino allo stesso mese del 2016, ha ricordato che il documento, che doveva servire al collocamento delle azioni in vista dell'aumento di capitale, ebbe il semaforo verde delle autorità di vigilanza

Se la Procura intende dimostrare che Vincenzo Consoli, l'ex amministratore delegato prima e direttore generale poi di Veneto Banca, agiva come "padre padrone" all'interno dell'istituto di credito, la difesa, rappresentata dall'avvocato Ermenegildo Constabile, sostiene che in realtà i consigli di amministrazione della ex popolare di Montebelluna erano degli "organismi" complessi e che Consoli, neanche volendo, avrebbe potuto controllare e decidere tutto.

Questo è il filo conduttore delle udienze in corso a Treviso nel processo in cui l'ex a.d. è accusato, unico imputato, di falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio e che vedono il legale di Consoli chiamare a deporre i propri testimoni. Oggi, lunedì 18 ottobre, è stato il giorno soprattutto di Stefano Campoccia, legale trevigiano e vice presidente dell'Udinese Calcio, che di Veneto Banca è stato consigliere di amministrazione dall'aprile del 2014 allo stesso mese del 2016, dopo aver trascorso 2 anni in seno al cda di Bim e dopo un lunga parentesi a capo di Clarence, la società di leasing della banca montebellunese.

Campoccia ha spiegato che, messo alla guida del controllo sui rischi, era stato nominato dopo quella che ha chiamato "l'epurazione" del vecchio consiglio di amministrazione da parte di Banca d'Italia, che nella seconda ispezione del 2013 cambia decisamente prospettiva rispetto all'esito del primo controllo e pone sostanzialmente un ultimatum all'istituto di credito. Secondo il legale il momento decisivo nella vicenda dell'istituto di credito è rappresentato dal passaggio dalla vigilanza delle autorità nazionali e quella europea. «In vista di questo momento - dice - Bankitalia ci diede dei nuovi parametri impossibili da centrare in così breve tempo, tanto che altre banche italiane furono costrette a ricapitalizzazioni ben più onerose di quella imposta a Veneto Banca». 

Campoccia, sottoposto ad un provvedimento sanzionatorio di Consob e Banca d'Italia, ricorda che l'aumento di capitale del 2014 venne realizzato anche attraverso un prospetto informativo che ricevette il semaforo verde da parte della vigilanza italiana, con un prezzo per azione che venne fissato dall'assemblea dei soci a 39,5 euro l'una, cioè il valore della conversione delle obbligazioni convertibili (per un totale di 350 milioni) in azioni.

Nell'aprile del 2015, due mesi dopo il blitz della Guardia di Finanza presso la sede di Veneto Banca, l'avvocato ricorda di essere volato a Francoforte e di avere incontrato i vertici della Bce, che gli fecero chiaramente intendere che non gradivano più la presenza di Consoli, che nell'agosto successivo diede le dimissioni.  

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