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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Montebelluna

Stazione ferroviaria, per Azione e Italia Viva è "terra di nessuno"

Per Alberto Tessariol del partito di Calenda e per il renziano Francesco Marchesin è necessario, da parte dell'Amministrazione comunale di Montebelluna, un approccio diverso. «Manca una gestione vera della situazione»

Inizio e fine anno senza pace per la stazione di Montebelluna. Non fosse bastato il raid di Capodanno, dove vandali non ancora identificati hanno divelto un'obliteratrice all'interno della sala d'attesa, mandato in tilt i sistemi alimentati dalla corrente (distributori automatici e altoparlante) e lordato le pareti di sangue, anche nell'ultima settimana i soliti ignoti sono tornati sul posto, questa volta per forzare il maniglione della porta dei servizi igienici e rompere una tubazione, provocando l'allagamento dei bagni degli uomini.

Annus horribilis quello appena concluso per il centro intermodale della città, punto di snodo fondamentale per tutti coloro - studenti e lavoratori - si servono quotidianamente di treni e corriere per gli spostamenti. Episodi di spaccio e consumo di alcol in luogo pubblico, risse a colpi di catene, danneggiamenti ripetuti. E il 2024, stante quanto verificatosi fin qui, non sembra promettere nulla di meglio. L'incontro con alcuni residenti in occasione delle festività natalizie, ha dato modo agli esponenti liberaldemocratici cittadini di condividere lo stato delle cose e portare in evidenza i termini della questione, noti o meno che siano. 

«Innanzi tutto - spiega Alberto Tessariol, referente territoriale per Azione - manca una valutazione d’insieme dell’area, premessa necessaria per evitare interventi spot e mettere in atto una reale attività di prevenzione e controllo: ciclicamente, le cronache registrano problemi in stazione, nella zona della Coop, sotto il Condominio Guarda fino al Parco Manin. Tale quadrilatero merita evidentemente un’attenzione omogenea e costante». «Sappiamo che la Polfer - continua l'esponente di Azione -  non ha molti uomini che possono intervenire. È altresì vero che proprio accanto si trova il Comando della Polizia locale. L'Amministrazione dovrebbe coinvolgere e mettere insieme le disponibilità di tutti i soggetti responsabili, studiando con le parti un progetto duraturo ed esteso». 

Francesco Marchesin di Italia Viva ripercorre ciò che è stato finora, nel bene e nei limiti riscontrati: «Dare spazi della stazione o di altre zone a rischio alle associazioni, ad esempio, può rivelarsi utile se i ritrovi hanno una frequenza elevata e se chi si insedia può svolgere magari anche qualche attività di cura e manutenzione. Senza contare che l'Amministrazione dovrebbe sensibilizzare RFI a calmierare gli affitti, considerata la finalità dell'operazione e le ricadute di utilità reciproche. Aver tolto le panchine nel parchetto antistante non ha risolto i problemi, è necessario compiere un’analisi più profonda e attuare azioni di maggior visione» aggiunge l'esponente renziano.

A onor del vero, nel marzo 2019 era stato siglato un protocollo d’intesa fra gli enti proprietari e gestori (Comune, Trenitalia, MOM) per la riqualificazione dell'intero scalo ferroviario e migliorarne la fruibilità. «Modus operandi corretto e azione meritevole - conclude Tessariol - ma anche esemplificativa di come le cose vadano poi seguite e gestite, per correggere il tiro dove il caso o implementare quanto non previsto. Altrimenti dichiarazioni di allora come “Entro 3 anni Montebelluna avrà una stazione ‘austriaca’. Bella, ordinata, funzionale e pulita” vanno ascritte a vuota retorica da social, tanto in voga oggi».

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