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Smog alle stelle, volantinaggio a Treviso: «In un mese già 17 sforamenti»

Sabato 3 febbraio Coalizione civica per Treviso ha distribuito i volantini con i dati sull'inquinamento dell'aria nella Marca: «Negli ultimi giorni i livelli massimi di Pm10 nell’aria sono stati superiori anche a quelli registrati in alcune città della Cina»

Sono ormai una dozzina i giorni consecutivi di sforamento del livello di guardia per la presenza di Pm10 nell’aria di Treviso. Giovedì 1º febbraio il limite di 50 microgrammi per metro cubo d’aria era già stato superato complessivamente per 17 giorni quando gli sforamenti dovrebbero essere al massimo 35 nel corso di un intero anno. Dopo alcuni anni di diminuzione delle giornate che registravano un’aria malsana o irrespirabile, il numero di sforamenti nel 2023 è stato superiore a quello del 2022: la preoccupazione, tra molti cittadini, è che l’inversione di tendenza registrata in precedenza si stia fermando o che, addirittura, la concentrazione di smog possa riprendere ad aumentare.

Negli ultimi giorni, in particolare, i livelli massimi di presenza di polveri sottili Pm10 nell’aria di Treviso (il 1 febbraio è stato raggiunto un picco di 147 microgrammi per metro cubo, quasi il triplo del limite “di guardia”) sono stati superiori anche a quelli registrati in alcune città della Cina (Shangai o Changzou, in cui notoriamente il livello di inquinamento atmosferico è molto elevato), in alcune metropoli europee (Parigi, Londra, Mdrid) e in città italiane (Roma, Milano) molto più popolose del capoluogo della Marca. Per richiamare l’attenzione dell’amministrazione comunale su questo problema, Coalizione civica per Treviso ha fatto volantinaggio sabato mattina in città, in occasione del mercato settimanale.

volantino CCT smog - febbraio 2024

I numeri

Secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, in Italia nel 2021 sono stimati 46.800 decessi prematuri a causa dell’inquinamento da polveri sottili PM2,5, 11.300 da NO2 (biossido di azoto) e 5.100 da O3 (ozono) per un totale di 63.200 decessi che si potrebbero evitare se venissero raggiunti gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento atmosferico raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nelle sue linee guida più aggiornata in materia di contenimento dello smog. Secondo la stessa fonte gli anni di vita persi a causa delle malattie correlate allo smog sono stimabili in Italia in 415.400 da polveri sottili PM2,5, 100.300 da biossido di azoto e 46.700 da ozono per un totale di 562.400 anni di vita. Il dato a livello nazionale, rapportato in proporzione matematica al numero di residenti della Marca dà i seguenti risultati: decessi in provincia di Treviso: 694 da PM2,5; 167 da biossido di azoto e 76 da ozono per un totale di 937 casi. Anni di vita persi: 6.156 da PM2,5, 1.486 da biossido di azoto e 692 da ozono per un totale di 8.334. Nella sola città di Treviso sono invece 67 i decessi da PM2,5, 16 da biossido di azoto e 7 da ozono per un totale di 90 morti. Anni di vita persi: 592 da PM2,5, 143 da biossido di azoto e 67 da ozono per un totale di 802. Si tratta di stime assolutamente prudenziali perché basate unicamente sulla popolazione, visto che, in realtà, la nostra pianura è tra le zone più inquinate d’Italia e d’Europa e, quindi, l’incidenza delle patologie correlate allo smog è maggiore che nel resto del Paese. Lo smog, quindi, è una causa di morte molto più grave degli omicidi o degli incidenti automobilistici, questioni rispetto a cui ogni giorno leggiamo indignazioni, allarmi, proposte mentre l’aria che respiriamo uccide molto di più.

Il commento

«Riteniamo che l’amministrazione comunale debba farsi carico di “proteggere i polmoni dei cittadini” più di quanto già faccia con le ordinanze emesse all’inizio di ottobre dello scorso anno e ancora in vigore - concludono da Coalizione civica per Treviso -. Servono, però azioni più incisive a livello nazionale, regionale e locale che sfidino anche le logiche delle “comodità” individuali e delle immediate convenienze economiche: anche dal punto di vista economico, infatti, le malattie correlate allo smog comportano costi (ore di lavoro perse, ricoveri ospedalieri, medicinali, interventi chirurgici…) il cui valore è nettamente più elevato dei ricavi che si possono ottenere consentendo il libero traffico agli autoveicoli nei centri storici o il permanere di sistemi di riscaldamento ad alta emissione di sostanze inquinanti».

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