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Spesa solidale alle famiglie in difficoltà ma non ai senzatetto: scoppia la polemica

Nel giorno dell'Epifania il comitato politico "Prima i trevigiani" ha consegnato la spesa alle famiglie in difficoltà residenti nei quartieri del capoluogo. Il Pd l'ha definita come un'azione discriminatoria verso i veri bisognosi: i senza dimora

La consegna della spesa solidale nel sabato dell'Epifania, 6 gennaio, ad alcune famiglie indigenti di Treviso, ha sollevato un vero e proprio vespaio di polemiche tra le fila della politica cittadina.

Ma andiamo con ordine: sabato 6 gennaio il comitato politico "Prima i trevigiani" ha distribuito cibo e beni di prima necessità a una serie di famiglie bisognose, residenti nei quartieri del capoluogo. La raccolta di viveri e beni consegnati dal comitato era stata possibile grazie alla generosità di altri cittadini che avevano messo a disposizione i loro beni per i poveri. «Sono sempre più numerose le famiglie che ci chiedono un aiuto concreto e questo dimostra quanto il problema sia presente in città - avevano detto i militanti di "Prima i trevigiani". Questa iniziativa ci ha permesso di rispondere in maniera tempestiva alle crescenti situazioni di difficoltà che alcuni nuclei familiari si trovano ad affrontare. Fondamentale, per noi, l'impegno di tutti i cittadini che si sono impegnati nel monitorare tutte le situazioni di fragilità, offrendo tempo e risorse alla raccolta per aiutare coloro che ne hanno bisogno».

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Come riportato da "La Tribuna di Treviso", l'iniziativa solidale è stata però contestata dai consiglieri comunali del Partito Democratico cittadino: Stefano Pelloni e Marco Zabai hanno definito la consegna della spesa come un atto insolito da parte di un gruppo di trevigiani che, negli ultimi giorni, aveva sostenuto la raccolta firme contro il parroco di Santa Maria del Sile che aveva dato accoglienza in chiesa ai senzatetto. L'accusa del consigliere comunale Pelloni a "Prima i trevigiani" è quella di discriminare i veri bisognosi, ovvero i senza dimora, facendo del bene in base al colore della pelle e alla nazionalità degli indigenti. La replica da parte del presidente di Prima i trevigiani non si è fatta attendere: «Senza troppo stupore noto ancora una volta che i colleghi di Palazzo dei Trecento cercano visibilità con ogni mezzo - il commento di Alberto Ciamini -. L’attività svolta nell’ambito di spesa solidale è il risultato di anni di iniziative a sostegno della comunità e di presenza concreta nei quartieri, porta a porta. Ed è proprio la presenza nel quartiere che ha consentito al comitato di comprendere la situazione di disagio creato dall’iniziativa promossa dal parroco Kirschener. Se i consiglieri Pelloni e Zabai preferiscono scrivere comunicati seduti dietro una scrivania anziché confrontarsi con la gente di quartiere, non spetta al comitato, né a me, spiegargli la differenza fra le due iniziative» conclude Ciamini.

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