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Nessun cinema in centro: «Edera eccellenza della città ma non è certo merito di Conte»

Treviso e la candidatura a città capitale della cultura. La consigliera del Pd, Carlotta Bazza, sul destino ormai segnato del cinema Corso: « Il primo cittadino si arrende platealmente, accampando deboli argomenti: dice che sul privato poco può fare, e che magari faranno gli altri, ma come e quando non si sa»

«Vedo dalle dichiarazioni del Sindaco, rilasciate a mezzo stampa, che ancora una volta si delega ai privati la questione culturale. Il nodo è proprio questo. Questa Amministrazione, oltre a non avere un assessore alla cultura a tempo pieno/a mezzo servizio, appare totalmente impotente sul fronte dell’iniziativa culturale. Manca infatti del tutto un progetto credibile e di lungo respiro sulla complessa partita della cultura e sul suo ruolo fondamentale per la nostra comunità. Promuovere attività culturali vuol dire dare un contributo decisivo alla coesione sociale e far crescere un più consapevole sentimento di cittadinanza». A rilanciare la polemica circa l'assenza di sale cinematografiche nel centro storico di Treviso e la contestuale partecipazione della città a capitale della cultura, è la consigliera comunale del Partito Democratico, Carlotta Bazza. A finire nel mirino sono state alcune dichiarazioni del sindaco relative al cinema Edera, eccellenza della città e suo fiore all'occhiello.

«Siamo parlando» sottolinea Bazza «di un efficace rimedio ai problemi sociali che affliggono la nostra città. E allora bisogna trovare il coraggio di non giustificarsi sempre di fronte ai propri limiti, come fa il nostro Sindaco Conte, invece darsi da fare per trovare alternative all'impoverimento culturale che sta cementificando il tessuto sociale di Treviso. Delegare le opportunità  e le iniziative culturali a imprese private, come di fatto si sta facendo, è sintomo di impotenza amministrativa e di una drammatica assenza di visione».

«Il cinema Edera, siamo tutti d'accordo, è un'indubbia eccellenza per la nostra città, ma il merito non è dell'Amministrazione Conte. Ma di un lavoro più che trentennale, appassionato e fortemente radicato nel territorio» continua la consigliera «Ma quando parlo della crisi e della chiusura di spazi dedicati alla cultura e alla socialità, sto parlando del Cinema Corso, e come cittadina non posso che dispiacermene. Ma come consigliere comunale sono obbligata a pensare che un assessore alla cultura, pur a tempo parziale, dovrebbe avere la forza politica e, perché no, la creatività, per impegnarsi a cercare e trovare le risorse e riconsegnare alla città un polmone culturale che ci faccia finalmente respirare a fondo un’aria nuova. Invece il primo cittadino si arrende platealmente, accampando deboli argomenti: dice che sul privato poco può fare, e che magari faranno gli altri, ma come e quando non si sa».

«Un buon assessore, e tanto più una figura combinata di sindaco/assessore sapere quali sono gli spazi comunali chiusi e quelli poco fruibili dalla comunità per capire come intervenire per metterli a servizio dei cittadini» aggiunge Bazza «Un buon assessore/sindaco dovrebbe condividere questi passaggi con le associazioni che lavorano in città per capire le loro esigenze contribuendo a farle lavorare più agilmente. La politica di abbassare le armi dell’"io non posso fare nulla su questo" non basta più. Allora il progetto Treviso capitale della cultura potrebbe apparire come un’azioni per distrarre i trevigiani dai problemi endemici che affliggono la città. Quindi desidero tenere fermamente il punto sulla questione: c'è un progetto sull'utilizzo delle sale del Bailo, centinaia di metri quadrati restaurati e vuoti?».

«Di più: c’è, è stata pensata, può essere resa pubblica una politica culturale degna di questo nome che veda il Comune di Treviso protagonista e non in perenne ritirata, con l’affidamento dei suoi gioielli a entità giuridiche che per quanto partecipate non dipendono nella loro scelte culturale direttamente dall’assessore alla cultura della nostra città?» chiude l'esponente dem «In chiusura, non posso non chiedermi, ormai confusa dal gioco delle parti, se abbiamo un sindaco che fa anche l’assessore, o un assessore che fa anche il sindaco… io, insieme molti cittadini trevigiani, non ci racapezziamo più in questa pirandelliano girandola di ruoli».

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