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Stop al servizio di recupero animali feriti: «Valutiamo azioni legali»

Le associazioni animaliste e ambientaliste trevigiane accusano la Regione per la chiusura del servizio in difesa degli animali selvatici, sospeso a Treviso da inizio anno

Da venerdì 1º gennaio 2021 la provincia di Treviso è rimasta senza il servizio di recupero, cura e custodia degli animali selvatici feriti. Una perdita che comporta sofferenza e morte tra gli animali rimasti privi di soccorso, ma che determina anche la violazione delle norme nazionale e regionale che dettano disposizioni precise in ordine alla cura degli animali selvatici feriti, di cui è responsabile la Regione.

A denunciare l'interruzione del servizio è Lav Treviso: «E’ dal 1992 che la legge nazionale sulla tutela degli animali selvatici affida alla Regione il recupero e la cura degli animali feriti, non si tratta quindi di una novità. La Regione, che in piena emergenza Covid ha consentito ai cacciatori di uscire dal comune di residenza per dare sfogo al loro passatempo, sembra non avere dimostrato lo stesso impegno per garantire la tutela degli animali feriti - affermano indignate le sezioni trevigiane di Lac, Lav, Oipa, Lipu trevigiana, Leidaa, Progetto Riccio Europeo e WWF – venendo quindi meno ai suoi impegni d’istituto». Fin da novembre scorso le associazioni animaliste e ambientaliste hanno più volte contattato gli uffici della Provincia allo scopo di capire quale sarebbe stato il destino del servizio di recupero degli animali selvatici feriti, pronte a dare il proprio supporto all’ente pubblico mettendo a disposizione anche i propri volontari, sentendosi sempre rispondere che la convenzione per dare continuità al servizio stava per essere approvata. «Ora però la situazione non è più tollerabile, abbiamo dato mandato ai nostri uffici legali di valutare se vi siano gli estremi per segnalare alla Procura della Repubblica l’interruzione di un servizio pubblico imposto dalle norme di settore» concludono le associazioni.

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