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Senza dimora via da Santa Maria del Sile: «Dodici letti nel seminario vescovile»

Diocesi e Caritas tarvisina rispondono all'emergenza dei senzatetto accolti in parrocchia da don Kirschner. Gli ambienti del seminario hanno accesso indipendente, servizi e il necessario per trascorrere la notte al caldo

Un’accoglienza da dodici posti letto negli spazi del Seminario vescovile: è questa l’iniziativa della diocesi di Treviso per dare risposta concreta al momento di particolare difficoltà che sta vivendo la città. La settimana prossima, infatti, le persone oggi accolte nella chiesa di Santa Maria del Sile, insieme ad altri senza dimora in attesa di accoglienza nel dormitorio di via Venier, troveranno sistemazione per la notte in alcuni locali del Seminario, attualmente liberi, e messi a disposizione dalla diocesi. Posti letto che si aggiungono a quelli già presenti in Casa della carità dove, da anni, vengono accolti 18 senza fissa dimora.

Nuova sistemazione

Nel Seminario la diocesi metterà a disposizione locali autonomi, con accesso indipendente dall’esterno, forniti di servizi e del necessario per trascorrere al riparo le fredde notti invernali. Uno spazio a sé, a tutela della vita ordinaria della comunità del Seminario, delle attività dei giovani seminaristi e di tutte le iniziative culturali e formative che si svolgono durante il giorno e la sera, ma soprattutto a tutela degli ospiti stessi, dei quali va salvaguardata tranquillità e riservatezza. Si tratta di una sistemazione temporanea, l'accoglienza andrà avanti per i mesi invernali e sarà coordinata dalla Caritas diocesana e dagli operatori della cooperativa La Esse che hanno esperienza in questo campo avendo gestito in passato il dormitorio di via Pasubio, oltre ad avere l’apporto di volontari qualificati.

Il commento

«È il segno di una presenza della Chiesa trevigiana in un momento di particolare difficoltà per la situazione di queste persone, aggravata dal freddo - sottolinea don Bruno Baratto, coordinatore ad interim delle attività di Caritas Tarvisina -. Tutti sappiamo che la soluzione a questi particolari problemi è responsabilità, primariamente dello Stato e delle amministrazioni locali. Tuttavia, la comunità cristiana, da sempre impegnata accanto alle diverse povertà, a livello diocesano e soprattutto nelle parrocchie, con tante iniziative e volontari straordinari, ha voluto fare questa scelta di ulteriore vicinanza. L'auspicio è che soluzioni strutturali per il futuro siano individuate per tempo, senza ritrovarci a dare risposte emergenziali in pieno inverno».

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