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Migranti e accoglienza diffusa, Conte: «Comuni veneti compatti e responsabili»

Ieri pomeriggio, 9 agosto, un vertice a cui hanno preso parte 250 sindaci del Veneto: obiettivo condividere una linea comune da condividere con i Prefetti. Unanime il no agli Hub a livello provinciale come "Serena" o "Zanusso"

Incontro convocato dall’Anci Veneto ieri pomeriggio, 9 agosto, per discutere assieme ai sindaci in merito al tema urgente dell’accoglienza. Un’occasione per fare il punto della situazione e definire una strategia comune da condividere con i Prefetti. Grande partecipazione da parte dei sindaci (oltre 250) che hanno unanimemente concordato sulla posizione espressa da Anci Veneto, nella figura del presidente Mario Conte, dimostrando compattezza e unità d’intenti.

«I sindaci conoscono i territori, conoscono le problematiche dei Centri di Accoglienza e quelle dell’accoglienza diffusa» esordisce Mario Conte «Stiamo già gestendo da mesi i profughi ucraini, i rifugiati dell’Afghanistan e quelli africani. Per questo, i sindaci veneti hanno dimostrato compattezza e senso di responsabilità nel definire una strategia comune, senza subire decisioni dall’alto ed evitando le problematiche sociali di troppa concentrazione o diffusione mal gestita. Il periodo storico è difficile anche dal punto di vista sociale e pertanto il costo dell’accoglienza non deve assolutamente ricadere sulle comunità».

«Se l’Europa non si impegna seriamente per disinnescare la miccia accesa del Niger, la situazione migranti in Italia potrebbe diventare un disastro. Giorno dopo giorno, il contesto si fa sempre più critico. Già al momento per il Veneto non è più sostenibile l’accoglienza di mille migranti alla settimana. Non possiamo chiedere di più ai sindaci e ai cittadini. La soluzione non può essere che una: fermare le partenze della morte. E, in questo senso, il Niger è strategico. L’ho detto e lo ribadisco: non c’è posto in Italia per tutta l’Africa». Alberto Villanova, presidente dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta in Consiglio regionale del Veneto, interviene con queste parole in merito alla questione accoglienza e immigrazione.

«L’Unione Europea, nonostante le tante belle parole, sta completamente abbandonando l’Italia al proprio destino. L’Italia è il confine meridionale dell’Unione Europea e, indirettamente, anche della NATO. Non è una questione solo geopolitica, ma anzitutto di sicurezza dei nostri cittadini: ci sono dei limiti che non è tollerabile superare, e ci sarà un punto in cui davvero dovremo fermare le partenze a monte. Quel punto, politico prima ancora che gestionale, è fondamentale per fermare i viaggi della morte e il traffico di esseri umani. La situazione politica in Niger, peraltro, rischia di far esplodere una situazione già drammatica, trasformando il problema in catastrofe. Una guerra civile potrebbe scatenare un dramma umanitario, aprendo un canale pericolosissimo, tanto che gli stessi jihadisti, ora presenti sulla zona, potrebbero prendere il largo verso le nostre coste. L’Europa deve impegnarsi per scongiurare questo rischio: per la sicurezza dei nostri cittadini, per alleggerire la pressione sui nostri Comuni veneti che non riescono a gestire questa situazione».

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