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Nuova allerta meteo su tutto il Veneto fino a mezzanotte: sale l'apprensione

Lo scenario previsto da Arpav sarà caratterizzato da fenomeni intensi e rapidi

Potrebbe non essere ancora terminata l’ondata di maltempo con forti temporali, che hanno creato gravi danni in varie aree del Veneto. Il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile della Regione ha emesso infatti poco fa un bollettino nel quale viene dichiarata l’allerta gialla sul bacino idrografico Alto Piave (Belluno) e l’allerta arancione su tutto il resto del territorio. L’allerta è valida dalle 14 alla mezzanotte di oggi, 25 luglio.

Dopo una pausa, recitano le previsioni dell’Arpav, è prevista una ripresa dell’instabilità con probabili rovesci o temporali associati a fenomeni anche di forte intensità (forti rovesci, locali grandinate e forti raffiche di Veneto) in esaurimento a partire da nord dalla tarda serata. Lo scenario sarà caratterizzato da fenomeni intensi e rapidi.

Edoardo Ferrara di 3bmeteo.com: «Ultimi 10 giorni pieni di eventi meteo estremi sull'Italia, capiamo le motivazioni»

«Il Nord Italia si è trovato in una particolare quanto pericolosa configurazione barica, che si è reiterata negli ultimi giorni» spiega il meteorologo di 3bmeteo.conm Edoardo Ferrara «Nello specifico regioni come Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, in una seconda fase anche Emilia Romagna e Liguria, sono risultate sul bordo dell'anticiclone africano che ha infiammato il Centrosud Italia, trovandosi così terra di scontro tra la massa d'aria molto calda e umida nord africana in risalita da Sud, con quella più fresca e instabile atlantica che scorreva oltralpe, ma che di tanto in tanto 'pizzicava' anche la Pianura Padana valicando le Alpi. I forti contrasti tra due masse d'aria dalle caratteristiche così diverse hanno dunque creato le basi per lo sviluppo di imponenti temporali che hanno superato anche i 12-13 km di altezza (da qui la riduzione notevole di luce anche durante il giorno in prossimità dell'arrivo degli stessi), ulteriormente alimentati da due fattori: la presenza di aria calda e umida al suolo, carburante indispensabile per i temporali, ma anche dal transito in quota della cosiddetta corrente a getto: una forte corrente spira a circa 10000-12000 metri di quota e la cui ondulazione alimenta e regola le alte e le basse pressioni. Quando in quota transita questa corrente, vengono agevolati i moti ascensionali (ossia dal basso verso l'alto) per una sorta di 'effetto risucchio', esasperando quindi l'instabilità atmosferica e la formazione delle nubi temporalesche».

«Non solo» prosegue Ferrara di 3bmeteo.com «quando le correnti ascensionali sono molto intense, all'interno della nube temporalesca possono svilupparsi chicchi di grandine che vengono mantenuti sospesi fino a raggiungere dimensioni notevoli, oltre le quali cadono necessariamente a terra sotto la forza di gravità ma con peso e dimensione devastanti. Una volta che queste imponenti nubi temporalesche iniziano a scaricare al suolo nubi e precipitazioni, si genera inoltre una corrente fredda discendente, contraria a quella ascendente, che accelera per oltre 8-10km di altezza (ovvero lo spessore della nube). Essa arriva così al suolo sottoforma di raffiche di vento di particolare violenza, il cosiddetto downburst, diverso dalla tromba d'aria o tornado, che può soffiare anche oltre i 100km/h generando numerosi danni. Aggiungiamo infine che questa configurazione barica si è mantenuta bloccata per una settimana, senza che riuscisse ad entrare un fronte freddo in grado di sbloccare la situazione e spazzare via il caldo umido carburante dei temporali. Ecco spiegato perché tanta violenza di questi temporali e il fatto che si siano reiterati per diversi giorni. Oggi ultimo giorno a rischio temporali anche forti, specie sul Nordest, ma questa volta anche sul Centro Italia mentre da domani avremo una tregua con al più qualche rovescio su Alpi e Triveneto, ma di tipo 'ordinario'».

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