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Domenica, 28 Aprile 2024
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Giavera Festival, svelata la 28esima edizione: Bergonzoni e Galiano tra gli ospiti

Dal 7 al 9 luglio "chiamata alle arti" per trasformare gli spettatori in artisti del quotidiano. Tra i temi in programma: il futuro dell'intelligenza artificiale e il ruolo della donna nei paesi mediorientali. Concerti, laboratori e incontri tutti a ingresso gratuito

«In un tempo in cui trovare pace sta diventando sempre più difficile, non solo a livello internazionale, vogliamo proporre una chiamata alle arti per coinvolgere direttamente spettatori e cittadini facendoli diventare artisti del quotidiano, capaci di osare cambiamenti per il mondo di tutti». Don Bruno Baratto, presidente di Giavera Festival, ha presentato con queste parole la 28esima edizione dell'evento in programma dal 7 al 9 luglio nel parco di Villa Wassermann.

Giavera Festival 2023-2

 Non sarà una rassegna di arti da ammirare, tengono a precisare gli organizzatori, ma una tre giorni di eventi in cui gli spettatori saranno protagonisti alla pari degli artisti ospiti del festival. Presenti alla conferenza di presentazione, giovedì 29 giugno nella sede della Caritas tarvisina, anche Marco Berdusco (membro del comitato organizzatore del festival), Silvia Sartori (volontaria del festival), Zahid Mehmood e Bilal Hassan che hanno portato le loro testimonianze di migranti arrivati dal Pakistan e accolti nel centro accoglienza di Giavera del Montello dove hanno trovato non solo un rifugio ma una comunità in cui si sono inseriti alla perfezione dando pieno sfogo alla loro vena artistica e creativa. Bilal esporrà sulla facciata di Villa Wasserman i suoi arazzi dipinti a mano con slogan in urdu (la lingua del Pakistan) mentre Zahid cucinerà i piatti tipici del suo paese durante i tre giorni di festival. Tra gli ospiti più attesi: Alessandro Bergonzoni e lo scrittore Enrico Galiano e tantissimi musicisti, giornalisti e attori internazionali. I temi al centro della rassegna toccheranno non solo il sociale ma anche l'attualità, la tecnologia e gli esteri spaziando dall'intelligenza artificiale alla lotta delle donne in Iran e Afghanistan con anche un approfondimento sull'attuale situazione dell'Ungheria in un incontro dal titolo: "Il Paese contradditorio nel cuore dell'Europa".

Il programma

A partire dalla sera del venerdì 7, e dal pomeriggio di sabato 8 e domenica 9 fino a sera inoltrata, verranno messe in atto una varietà di proposte per coinvolgere il pubblico del GiaveraFestival in una “chiamata alle arti” capace di mettere in movimento mente, mani, cuore.

VENERDÌ 7 LUGLIO
Alle ore 20, in villa Wassermann, Livio Senigalliesi, fotoreporter internazionale, aprirà alle ore 20.00 la mostra fotografica «Kosovo terra senza pace». Nelle giornate del festival, sarà presente per accompagnare chi visiti la mostra ad entrare nel percorso fotografico e umano offerto dalle immagini proposte.
Alle ore 21, nel Parco della Villa Wassermann, Alessandro Bergonzoni, figura poliedrica, interverrà sul tema del Festival: Non trovo pace… chiamata alle arti, accompagnando il pubblico con la sua ineguagliabile “arte della parola”. E sarà proprio l’arte della parola, del gesto, dello sguardo a rendere possibile l’«arte dell'incontro» fra persone e culture per costruire il mondo di tutti. La serata proseguirà con «Mediorienthè» bivacco sotto le stelle con i Maksum Trio, musiche e sonorità da Grecia, Turchia e Medioriente. 

SABATO 8 LUGLIO
Tre incontri non-stop nella sala teatro di villa Wassermann che riprendono il tema del festival da punti di vista diversi:
Alle 17.30, la giornalista Costanza Spocci, conduttrice di Radio 3 Mondo, e Silvia Maraone, coordinatrice dei progetti Ipsia in Bosnia, su “Geopolitica di un mondo che non trova pace”, accompagneranno il pubblico attraverso i principali scenari di crisi del mondo attuale.
Alle 19.00, Teresa Scantamburlo, ricercatrice in Etica Digitale all’Università Cà Foscari di Venezia, su “Intelligenza artificiale e comunità umana”: opportunità e rischi per le relazioni umane generati da una innovazione tecnologica la cui portata è ancora sconosciuta.
Alle 20.30, un panel di eccezione: Madina Hassani (attivista afgana evacuata in Italia dopo il ritorno al potere dei talebani nel 2021), Barbara Schiavulli (corrispondente di guerra e scrittrice), Parisa Nazari e Zahra Toufigh Asri (attiviste iraniane impegnate nelle proteste di Teheran dopo la morte di Mahsa Amini), sul tema: “Afghanistan, Iran… donne in prima linea”. Con loro si approfondirà la situazione attuale dell’area, partendo dalla condizione femminile. 
Due creative proposte teatrali con coinvolgimento del pubblico:
dalle 18.30, presso la Tenda del Thé, Harraga Lab Teatro Marocco;
dalle 21.00, nel parco di villa Wassermann, il collettivo teatrale Cantieri Meticci di Bologna con “Il violino del Titanic”. Non mancherà una ricca varietà di interventi musicali: dalle ore 19, i ritmi folk con l’Ensemble du Sud, le danze popolari con il Trio Rudemà, e a seguire i ritmi del Sud  del gruppo Sonnabash.

DOMENICA 9 LUGLIO 
Tre incontri non-stop nella sala teatro di villa Wassermann per riflettere, conoscere, agire:
Alle 17.00, Enrico Galiano, scrittore e insegnante coinvolge il pubblico su “Dall’arte di sbagliare all’arte dell’incontro”: perché imparare a sbagliare trasforma ogni errore in una tappa nella ricerca di chi si è e nella capacità di incontrare gli altri.  
Alle 18.30, Alexandra Kozar, giornalista indipendente, e Andras Arato, responsabile di KlubRadio Voce Libera intervengono su Ungheria, il Paese contraddittorio nel cuore dell’Europa: libertà di stampa, diritti e migrazione alcuni dei temi chiave. 
Alle 20.00, Susanna Piccin ci racconta “Italia che cambia”, progetto che da oltre dieci anni vuole individuare, far conoscere e dare spazio a un’Italia che sa creare relazioni e processi virtuosi tra territori e persone, una “chiamata alle arti” in concrete azioni quotidiane. 

Due interventi teatrali sempre nel segno della “chiamata alle arti”:
alle 17.30 Kanu propone un viaggio nell’importante tradizione del Burkina Faso;
alle 19.00, dalla Svizzera, il duo Genealogie Caprine, offrirà un coinvolgimento emozionante ed originale. 
Dalle ore 18.30, Sonorità che intrecciano varie parti del mondo: le cadenze e le ballate dalla Campania dei Leggermente a Sud, ritmo e allegria dall’America Latina nel Mestison Concert. Chiuderanno la serata, con travolgente energia e simpatia, i Balkan Bazar.

LE MOSTRE

Anche l’arte dello sguardo fa sentire la sua voce: veder le cose con l’occhio altrui è fondamentale per costruire incontro autentico. Negli ambienti di villa Wassermann sono allestite due mostre fotografiche: "Kosovo, terra senza pace" propone un percorso accompagnato dal suo autore, il fotoreporter Livio Senigalliesi, presente al Festival, grazie alla sua lunga esperienza professionale ed umana in vari scenari “senza pace” nel mondo. Un Paese che andremo a conoscere con il viaggio Dalle terre opposte, dal 6 al 14 agosto. "Tunisia: Con il sorriso negli occhi, tra quartieri e villaggi di terre dimenticate" a cura di Devid Sbeghen che narra l’originale esperienza di incontro con bambini, ragazzi, insegnanti, giovani realizzata dal GiaveraFestival insieme al Circo Patuf a febbraio in Tunisia.

EVENTI COLLATERALI

Incontrare significa anche gustare: la cena del sabato sera e della domenica sera è una “chiamata ad assaporare” cibi e culture con le specialità delle cucine delle terre cotte, una proposta tutta da scoprire. 
Il Cicloteatro, un’originale installazione artistica in movimento realizzata con materiali di riciclo a cura del collettivo teatrale Cantieri Meticci. E altre animazioni itineranti sul prato di villa Wassermann.
Il piccolo salone dell'artigianato tunisino – dall’altra sponda del Mediterraneo, dalla tessitura alla ceramica, dalle essenze naturali al legno di ulivo, permette di incontrare e apprezzare piccole realtà artigianali frutto di menti e di mani creative. Saranno presenti anche otto realtà artigianali provenienti direttamente dall’Ucraina, per rendere presente in modo costruttivo questa terra ancora segnata da assenza di pace. Negli spazi di Villa Wassermann vi saranno inoltre 3 sartorie sociali che riutilizzano creativamente tessuti di scarto, valorizzando artigianalità e aggregazione nel ricucire territorialità: Sartoria sociale e artistica – Giavera, Temporary roots – Skaf di Castel Volturno, Sartoria Brisa – Treviso che coinvolge donne ucraine. 

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