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Cronaca Farra di Soligo

Tragedia della strada in provincia di Rovigo, 28enne trevigiano patteggia due anni

Oggi, giovedì 8 giugno 2023, in Tribunale a Rovigo, nel corso dell'udienza preliminare davanti il gup Silvia Varotto, ha patteggiato la pena di due anni di reclusione, con la sospensione condizionale, Stefano Vitali, 28 anni, di Farra di Soligo, accusato dell'omicidio stradale del collega 35enne Mattia Guarnieri, avvenuto la sera del 2 agosto del 2022 a Bregantino

Oggi, giovedì 8 giugno 2023, in Tribunale a Rovigo, nel corso dell'udienza preliminare davanti il gup Silvia Varotto, ha patteggiato la pena di due anni di reclusione, con la sospensione condizionale, Stefano Vitali, 28 anni, di Farra di Soligo, accusato di omicidio stradale, aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e dall’aver gravemente violato le norme del codice della strada. Il giovane viaggiava in pieno centro abitato a 200 chilometri all’ora ed era stato protagonista di una rovinosa uscita di strada con la sua auto, a Bergantino (Ro), causando la morte di Mattia Guarnieri, trentacinquenne del posto, suo collega di lavoro e incolpevole passeggero della vettura. A Vitali è stata inflitta la sanzione accessoria della revoca della patente.

Il tragico incidente era accaduto poco dopo le 23.30 del 2 agosto 2022 in via Garibaldi, tratto della Strada Provinciale 25. Vitali stava procedendo in direzione Melara-Bergantino alla guida di una potente Bmw 320 D su cui erano anche Mattia, sul sedile del passeggero posteriore, e un coetaneo e amico d’infanzia di quest’ultimo che invece stava sul sedile del passeggero anteriore. Giunto al termine di una curva a sinistra il conducente aveva perso il controllo dell’auto ed era uscito dalla carreggiata, per poi rientrare sulla stessa dopo aver compiuto più ribaltamenti.

Come hanno accertato dai carabinieri della compagnia di Castelmassa la macchina, fuoriuscita alla sua destra, ha percorso circa 180 metri tra il terreno e il fossato adiacente la sede stradale, girando più volte su se stessa e urtando contro un terrapieno. Quindi è stata nuovamente proiettata verso la strada, dove ha finito la sua folle corsa cappottandosi. Una serie di impatti tremendi in seguito ai quali Guarnieri ha riportato gravissimi politraumi che gli sono risultati fatali. Si erano invece miracolosamente salvati gli altri due occupanti della vettura.

A Vitali il pubblico ministero imputava di aver causato il sinistro con conseguenze mortali per “colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nella circolazione stradale; in particolare “nel compiere la manovra sopra indicata circolando a una velocità non adeguata alle caratteristiche della strada, in presenza di una curva, in ore notturne, nell’attraversamento di un centro abitato, non essendo in grado di conservare il controllo del veicolo e non compiendo in condizioni di sicurezza le manovre richieste dalla circolazione”. Il tutto pesantemente aggravato dalle circostanze, concludeva il pm, “di avere commesso il fatto procedendo in centro urbano ad una velocità pari a circa 200 km/h, superiore al doppio di quella consentita”, o meglio quattro volte tanto dato che il limite prescritto in quel tratto era ed è di 50 km/h, e di trovarsi “in condizioni di stato di ebbrezza conseguente all’abuso di sostanze alcoliche, con un tasso alcolemico rilevato all’accertamento di 0,72 g/l”.

Guarnieri, apprezzato e compianto tecnico manutentore nello stabilimento della Bormioli Pharma, azienda leader nel settore del packaging farmaceutico, in vetro e composti plastici, conosciuto e ben voluto da tutti nel Rodigino, ha lasciato in un dolore immenso la moglie e compagna di una vita Vanessa, il figlio Emanuele di appena 7 anni, il papà Claudio e la mamma Lorena, i quali, per essere assistiti, attraverso l’Area Manager Veneto Riccardo Vizzi, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già ottenuto per loro l’integrale risarcimento dalla compagnia di assicurazione della macchina. Tanto più a fronte della scriteriata condotta di guida tenuta dall’imputato, come accertata dall’inchiesta, i congiunti della vittima si aspettavano però una risposta adeguata anche in sede penale, e oggi hanno quanto meno hanno ottenuto un po’ di giustizia, anche se nessuna pena sarebbe mai stata commisurata per ripagare la loro immensa e prematura perdita.

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