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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Gorgo al Monticano

Tragedia di Gorgo: Tatani e Qerosi non erano al telefono

Nell'udienza di oggi, 22 novembre, in cui si discuteva della dinamica dell'incidente avvenuto il 5 marzo a Gorgo al Monticano e costato la vita a Eralda Spahillari, una diciannovenne di origini albanesi, e Barbara Brotto, diciassettenne di Rustignè di Oderzo, sono state prese in esame anche le risultanze emerse dall'analisi dei cellulari delle persone che erano alla guida delle vetture coinvolte nello schianto

Quando è avvenuto il tragico schianto Mikele Tatani e Gezim Qerosi non avrebbero usato il telefono cellulare, né per fare chiamate né tanto meno per mandare messaggi. Questo è quanto è emerso nell'udienza in cui oggi 22 novembre, di fronte al gip Carlo Colombo, sono state presentate le risultanze della perizia cinematica sul terribile scontro che il 5 marzo, a Gorgo al Monticano, è costato la vita a Eralda Spahillari, una diciannovenne di origini albanesi, e Barbara Brotto, diciassettenne di Rustignè di Oderzo, lasciando gravemente ferito Daniel Castelli, il 18enne che sedeva suil sedile anteriore della vettura condotta da Tatani. E' stata discussa anche l'analisi dei due cellulari sequestrati dopo l'incidente al 20enne pordenonese che conduceva la Bmw 420 schiantatsi contro un albero a bordo strada - e che era il fidanzato di Eralda - e al 19enne che si trovava alla guida della Polo Bianca coinvolta nel sinistro. Dai riscontri effettuati non risulterebbe che i due automobilisti sarebbero stati distratti dagli apparecchi: negli istanti del sinistro, pur essendo attivi, non è stata trovata traccia di chiamate oppure di messaggi. Tatani e Qerosi erano risultati negativi anche ai test tossicologici su un possibile abuso di alcolici o di sostanze stupefacenti.

Secondo Riccardo Bonaventura, il perito del giudice, la vettura di Qerosi avrebbe tentato di sorpassare una macchina che lo precedeva però lo avrebbe fatto quando già la Bmw sarebbe stata in realtà sulla sinistra tentando un doppio sorpasso continuo. A quel punto sarebbe avvenuto il contatto che, presumibilmente, ha fatto finire fuori strada l'auto di Tatani. L'impatto, che ha lasciato delle tracce evidenti sulla carrozzeria della Polo producendo anche il distacco dello specchietto di sinistra dalla macchina guidata dal 19enne, sarebbe avvenuto quando Mikele era già in fase di accelerazione a una velocità di circa 140 chilometri all'ora, almeno 90 chilometri oltre il limite, che in quella strada è fissato a 50. Stessa velocità dell'auto di Qerosi che però non si sarebbe accorto dell'amico non avendo controllato lo specchietto retrovisore. La Polo poi avrebbe continuato per qualche centinaio di metri prima di fermarsi e tornare indietro.

Nell'udienza è stata battaglia tra i difensori (Tatani si è affidato all'avvocato Damiano Danesin) nel tentativo di stabilire quale dei due indagati abbia la responsabilità maggiore dell'incidente.

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