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Cronaca Maserada sul Piave / Vicolo 1º Maggio

Delitto di Varago, la vittima è stata raggiunta da due coltellate

Si chiarisce la dinamica del terribile fatto di sangue accaduto ieri pomeriggio in via Primo Maggio. Elia Fiorindi e Aymen Adda Benameur avrebbero discusso in relazione alla cessione di alcune dosi di hashish. Il killer 18enne si è presentato all'appuntamento con il 17enne armato di un coltello da cucina, cosa che potrebbe far scattare l'aggravante della premeditazione

Erano da soli nel luogo del delitto, un probabile confronto a due che sarebbe stato acceso e che poi è sfociato in tragedia. Elia Fiorindi, 18enne italiano risiede con la madre (che è separata) a Treviso. Il ragazzo, che avrebbe mantenuto buoni rapporti con il padre malgrado questo sia andato ad abitare lontano, fino a poco tempo fa lavorava in una pizzeria. Avrebbe colpito il 17enne Aymen Adda Benameur con due fendenti inferti con un coltello da cucina, di cui il primo ha raggiunto la vittima all'addome mentre il secondo lo avrebbe centrato all'altezza del costato sinistro. Sarebbe questa ferita a risultare fatale ma di più lo si saprà la prossima settimana (probabilmente martedì) quando sul corpo di Ayem verrà eseguita l'autopsia. Il fatto che il 18enne fosse armato potrebbe far scattare anche l'aggravante dell'omicidio premeditato

A scatenare la violenta aggressione una discussione sulla presunta cessione di alcune partite di hashish, ritrovate poco distante al luogo dell'omicidio insieme all'arma del delitto: si tratta di un panetto di circa 50 grami e nove dosi confezionate da un grammo. Di certo c'è che lo stupefacente sarebbe stato in possesso di Fiorindi, che l'avrebbe acquistato da alcuni spacciatori stranieri nel quartiere San Liberale del capoluogo. Addosso al 18enne sono stati trovati anche circa 240 euro, che sarebbe approssimativamente il valore della droga.

Il killer reo confesso sarebbe arrivato verso le 17 di ieri 11 maggio all'appuntamento, fissato tra i giovani pare da un conoscente comune, in via Primo Maggio a Varago di Maserada. Elia era accompagnato da altri due ragazzi (i minorenni che in una prima fase erano stati fermati dai carabinieri ma che sono stati lasciati liberi di andare perché non indagati) e, sceso da un autobus, si sarebbe avvicinato al 17enne, anche lui in compagnia di due coetanei. I sei avrebbero cominciato a parlare, poi l'omicida e la sua vittima si sarebbero appartati. Sono stati gli amici di Aymen Adda Benameur a prestare al ragazzo i primi soccorsi: ma quando è arrivato il personale del Suem 118 il 17enne era già deceduto.

Le telecamere di sicurezza che hanno ripreso l'arrivo del killer

L'ipotesi che il movente del fatto di sangue sia un litigio relativo alla droga, confermato anche dal Procuratore di Treviso Marco Martani, viene però smentito categoricamente da Luciano Meneghetti, avvocato della famiglia di "Alge", come era conosciuto Ayem, che lascia i genitori e tre fratelli più piccoli. "Era un ragazzo, un figlio e uno studente modello – dice il legale - alcune persone che lo conoscevano da quando era un bambino dicono che è impossibile che avesse qualche cosa a che vedere con gli stupefacenti. Il movente resta per noi ancora un punto di domanda tutto da esplorare". La convalida e l'interrogatorio di Elia Fiorindi, attualmente in ristretto in custodia cautelare a Treviso, ci sarà lunedì. Il ragazzo in queste ore è il bersaglio di una serie di insulti a carattere minatorio che gli vengono rivolti sui social network. "Quando uscirai ci troverai là" commenta un utente su "storia" su Instagram. "Bastardo, devi morire" ha detto un'altro. Lui ha passato insonne la prima notte dietro alle sbarre, sconvolto per quello che ha commesso e di cui non riesce a capacitarsi.

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