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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Maser

Tragedia di Maser: «Qui la gente sconvolta ma anche comprensiva, è stato un ultimo atto d'amore»

Stefano Marotta è lo storico proprietario frequentato da Sergio De Zan e da Manuela Bittante. «Era molto segnato da quello che era successo - dice - nell'ultimo periodo aveva cominciato a parlare del fine vita, di testamento biologico». Il sindaco Claudia Benedos: «E' una tragedia nella tragedia ma del tutto evitabile»

Una vita semplice, normale. Questa era la routine giornaliera di Sergio De Zan e Manuela Bittante, lui 74 anni lei 77 anni. De Zan era in pensione dopo una lunga esperienza come operaio metalmeccanico alla Breton di Castello di Godego, Manuela, dopo una esperienza come parrucchiera, si dedicava alla casa. Una famiglia riservata ma gentile, ben voluta da tutti a Coste, la frazione di Maser dove vivevano insieme alla figlia Aurora, 45 anni, in una villetta abbinata che si trova in via Ermenegildo Metti e che ieri è stata teatro di una tragedia forse annunciata.

Sergio frequentava spesso il Bar Centrale del paese: un bicchiere di vino, una chiacchierata con il proprietario del locale e i conoscenti. Mai una parola fuori luogo e neppure a voce alta. Manuela si vedeva spesso da quelle parti alla mattina, in passeggiata con la figlia, assidua frequentatrice dello stesso esercizio pubblico dove si recava ad acquistare, ogni mattina, il giornale e le sigarette. Abitudini sconvolte all'inizio di agosto dal malore che aveva colpito la donna. Era stata ricoverata in ospedale a Montebelluna dove le sue condizioni erano apparse da subito molto gravi a causa di un ictus che l'aveva lasciato semi paralizzata, tracheotomizzata e con un sondino per l'alimentazione.

«Era molto segnato da quello che era successo - spiega Stefano Marotta, il titolare storico del Bar Centrale - io gli chiedevo come stava la moglie e lui mi rispondeva che la situazione era particolarmente difficile. Poi nell'ultimo periodo aveva cominciato a parlare del fine vita, di testamento biologico. Per lui la moglie stava soffrendo e non vedeva la ragione per cui non si potesse scegliere in maniera diversa. Qui tutti lo stimano e hanno grande comprensione per il suo gesto. Diciamo che l'ha fatto in un ultimo slancio d'amore».

In famiglia la figlia Aurora si era presa l'incarico di seguire la madre malata. «La casa di riposo costava 3 mila euro - ha detto - una cifra per noi impossibile da sostenere. Io non lavoro per cui potevo prendermi cura di lei». Ma subito qualche cosa non aveva funzionato: padre e figlia avevano forse sbagliato qualche cosa nelle procedure di alimentazione (per quanto i sanitari dell'ospedale di Montebelluna sostengano che Aurora sia stata formata) e Manuela aveva subito un altro ricovero ed era ritornata in via Metti da neppure un giorno.

«E' una tragedia nella tragedia ma del tutto evitabile - spiega il sindaco di Maser Claudia Benedos - Sergio si deve essere sentito solo e fondamentalmente abbandonato da tutto e da tutti. Avevano fatto la richiesta per essere seguiti dai servizi sociali del Comune e la figlia ci aveva inviato anche l'Isee per valutare se la prestazione potesse essere gratuita o se avessero dovuto contribuire almeno in parte. Non c'è stato, a mio avviso, il giusto coordinamento fra la Uls 2 e i nostri servizi sociali: la gravità del caso imponeva una valutazione preventiva che non è stata fatta. E magari un ricovero in lunga degenza in attesa che si liberasse un posto in una struttura adeguata».

Gli assistenti sociali avrebbero valutato il caso proprio nella mattinata di oggi, 25 settembre. Ma più che un corto circuito fra il sistema sanitario e quello dell'assistenza l'accoltellamento di Maser pare essere il frutto della disperazione. Sergio De Zan , che faceva i "turni" con la figlia per vegliare Manuela durante la notte, non avrebbe resistito al dolore per quella moglie ridotta in stato semi vegetativo su un letto, incapace di interagire con l'ambiente esterno. Disperato, probabilmente in un momento in cui lo sconforto ha avuto ragione di lui, ha impugnato un coltello da cucina e l'ha colpita al costato. Poi è salito in macchina ed è andato a costituirsi alla stazione dei Carabinieri di Cornuda. Era convinto di averla già uccisa. Manuela Bittante invece ha lottato tra la vita e la morte fino all'alba di oggi, quando il suo cuore ha smesso di battere per sempre.

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