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Cronaca Maserada sul Piave

Omicidio di Varago, "Alge" ucciso da una pugnalata al cuore

Nel pomeriggio di oggi, 17 maggio, è stato effettuato l'esame autoptico su corpo del giovane studente del Besta di Treviso, ucciso l'11 maggio dal 18enne Elia Fiorindi al termine di quella che sarebbe stata una violenta discussione per 50 grammi di droga. Aymen è stato raggiunto da una fendente che lo avrebbe ucciso in un minuto. E che, soprattutto, non gli avrebbe permesso di inseguire il suo assassino come invece sostenuto dall'altro ragazzo

La coltellata che ha ucciso Aymen Adda Benameur, lo studente 17enne ucciso l'11 maggio scorso a Varago di Maserada dal 18enne Elia Fiorindi al termine di quello che sarebbe stato un violento litigio a causa di circa 50 grammi di hashish, è penetrato nel corpo della vittima poco sotto l'ascella sinistra. Inferto con un coltello da cucina il fendente ha raggiunto il cuore, provocando una copiosa emorragia che ha lasciato in vita il ragazzo per non più di un minuto. Poi è arrivato il colpo all'addome, anche questo potenzialmente mortale.

Il particolare, che è emerso nel corso dell'autopsia sul corpo di "Alge", come lo chiamavano gli amici, effettuata nel pomeriggio di oggi 17 novembre dall'anatomopatologo Alberto Furlanetto, getta un'ombra sulla tesi difensiva di Fiorindi. Al gip, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, Elia ha detto di avere reagito ad un tentativo di rapina da parte dell'altro ragazzo, armato anche lui di una lama e che avrebbe cercato di ottenere la droga senza pagarla; dopo il duplice ferimento il 17enne Fioridini dice che la vittima lo avrebbe inseguito per circa 30 metri e in quei frangenti pensò di non essere stato raggiunto perchè Aymen avrebbe desistito, tanto da risultare poi sorpreso quando, al momento dell'arresto, i carabinieri gli avevano detto che il ragazzo era morto. Ma con il cuore "trafitto" il 17enne, secondo l'anatomo patologo, non avrebbe potuto camminare né tantomeno correre.

Varago, l'omicida e la sua vittima

Sul corpo del ragazzo di origine algerina sono state riscontrate inoltre due ulteriori ferite, di cui una abbastanza profonda, all'altezza delle spalle in prossimità delle scapole.  Per il difensore, l'avvocato Fabio Crea, potrebbero confermare la tesi dello scontro fra i due giovani e quindi il risultato del post-mortem non sarebbe in contraddizione con quanto raccontato da Fiorindi. Per Luciano Meneghetti, legale della famiglia di  Aymen Adda Benameur, sarebbero invece la prova della volontà omicidiaria del 18enne.  

Rimane il "giallo" sul telefonino del ragazzo morto, che non è mai stato trovato e che risulta spento. Si cerca anche il presunto coltello con cui Ayem avrebbe cercato di rapinare Elia. Anche questo, se è davvero esistito, risulta scomparso.

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