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Cronaca Maserada sul Piave

Delitto di Varago, resta in carcere il giovane assassino

Oggi 15 maggio il gip di Treviso ha sciolto la riserva sulla misura cautelare nei confronti di Elia Fiorindi, il ragazzo di 18 anni accusato di aver ucciso, al termine di una discussione per un panetto di hashish, il 17enne Aymen Adda Benameur. Il ragazzo rimane in prigione: gli arresti domiciliari, scrive il giudice, sono al momento prematuri e potrebbe anche essere oggetto di ritorsioni da parte di persone vicine alla vittima

Elia Fiorindi resta in carcere. Il gip Marco Biagetti ha sciolto la riserva sulla misura cautelare del 18enne che l'11 maggio scorso, a Varago di Maserada, ha ucciso uno studente del Besta di Treviso, il 17enne Aymen Adda Benameur, sferrandogli due coltellate, all'addome e al costato sinistro, al termine di una discussione che aveva come oggetto la cessione di un panetto di hashish. La tesi della legittima difesa sostenuta da Elia (assistito dagli avvocati Fabio Crea e Luigi Torrisi) quella cioè secondo cui il 18enne avrebbe reagito ad un tentativo di rapina ad opera del ragazzo di origine algerina, è al momento, scrive il gip, una versione dei fatti fornita soltanto dall'indagato. Quindi non ci sono elementi per una attenuazione come chiesto dai legali del giovane, che avevano fatto istanza di scarcerazione e di arresti domiciliari con l'uso del braccialetto elettronico.

Fiorindi, reo confesso dell'omicidio, resta quindi nella sua cella del penitenziario di Santa Bona, in attesa delle indagini degli inquirenti, che si starebbero focalizzando soprattutto sul telefonino della vittima, spento e mai ritrovato, e dentro al quale potrebbero esserci indizi sulla persona che avrebbe messo in contatto i due ragazzi. E soprattutto sul secondo coltello, quello che sarebbe stato estratto da Aymen, che avrebbe voluto entrare in possesso della droga senza pagarla e che avrebbe minacciato Elia.

Biagetti scrive che l'indagato vive in un contesto sociale degradato e privo di controlli efficaci, che non garantiscono dal pericolo di fuga determinato proprio da Fiorindi e dalla sua capacità a delinquere malgrado la giovane età. La "pericolosità" sociale del 18enne si desumerebbe, malgrado il comportamento collaborativo tenuto subito dopo l'arresto, dal fatto di aver portato con sé un'arma (il coltello) potenzialmente in grado di causare lesioni personali ad altri, e da un atteggiamento "spregiudicato" che lo ha portato a cercare di guadagnarsi da vivere attraverso cessioni di stupefacente anche a minorenni.

Allo stato, conclude l'ordinanza, la misura degli arresti domiciliari con l'utilizzo del braccialetto elettronico risulta inadeguata e prematura. La casa in cui Elia sarebbe stato ospitato è infatti quella del compagno della madre, di cui nulla si sa, e non ci sarebbero validi riscontri sull'adeguatezza del contesto; inoltre Fiorindi, come sostenuto dal pubblico ministero Davide Romanelli, potrebbe essere vittima di ritorsioni da parte di soggetti che sarebbero vicine ad Aymen. Ma le valutazioni sarebbero suscettibili di una revisione, anche nei prossimi giorni, nel caso in cui venissero acquisiti tutti gli elementi necessari per ricostruire la reale dinamica dei fatti.

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