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Cronaca Maserada sul Piave / Vicolo 1º Maggio

Omicidio di Varago, il killer davanti al gip: «Non lo volevo uccidere, ho agito per difendermi»

Elia Fiorindi, il 18enne che ha ucciso Aymen Adda Benameur, 17enne studente dell'istituto Besta di Treviso, al termine di un litigio causato da questioni di droga, ha parlato per quasi un'ora e mezza davanti al gip Marco Biagetti. Il ragazzo ha spiegato di aver voluto difendersi dall'aggressione del più giovane, che lo avrebbe minacciato con un coltello intimandogli di consegnare dell'hashish. Il giudice scioglierà lunedì la riserva sulla misura cautelare

«Mi ha minacciato con un coltello e ha tentato di rapinarmi, non volevo ucciderlo». Questo il succo di quanto ha detto nella mattinata di oggi durante l'interrogatorio di garanzia da Elia Fiorindi, il 18enne che giovedì pomeriggio a Varago di Maserada avrebbe ucciso con due coltellate, una all'addome e una al costato sinistro, il 17enne di origine algerina Aymen Adda Benameur, studente dell'istituto Besta di Treviso, al termine di un litigio causato da questioni di droga. In più di un'ora, davanti al gip Marco Biagetti e assistito dal suo legale Fabio Crea, nominato co-difensore con l'avvocato Luigi Torrisi, il 18enne ha ricostruito minuziosamente gli eventi di quel tragico giovedì pomeriggio concentrandosi però su un elemento: la vittima lo avrebbe attirato in un posto appartato e, sotto la minaccia di un coltello, avrebbe preteso la consegna di hashish a gratis. Sarebbe a quel punto che Elia avrebbe a sua volta estratto la lama con cui ha freddato Aymen Adda Benameur, che portava sempre con sé perché in passato sarebbe stato rapinato sempre durante alcune "trattative" per la vendita di stupefacenti.

Al gudice Fiorindi ha raccontato di essere arrivato a Varago in autobus, accompagnato da due amici. Lui e il 17enne non si conoscevano e sarebbero entrati in contatto soltanto grazie ad una terza persona. Appena sceso sarebbe stato avvicinato da Aymen: parlano per qualche istante, poi la vittima lo invita a seguirlo da solo e lo porta in un campo che sta dietro ad un capannone. «Al momento di contrattare la cessione - dice Elia - Aymen tira fuori un coltello e mi dice che per la droga non intende pagare e mi intima di consegnargliela. Allora io tiro fuori il mio di coltello, che porto sempre con me dopo la due rapine di cui sono stato oggetto». A quel punto sarebbe scoppiata una colluttazione nel corso della quale Fiorindi colpisce l'altro giovane con i due fendenti. Poi scappa. Ma Benameur lo avrebbe inseguito per qualche decina di metri. Quello che il 18enne non sa (tanto è vero che riunitosi agli amici con i quali era arrivato da Treviso dice di essere rimasto nascosto per sfuggire a quella che apparentemente è una caccia all'uomo organizzata dal suo presunto rapinatore) è che lo studente del Besta non ha desistito dall'inseguirlo ma stramazza al suo poco più avanti, in preda ad una emorragia che risulterà fatale.

Varago, l'omicida e la sua vittima

Il pubblico ministero Davide Romanelli, nel corso dell'udienza, dice che la versione del presunto omicida è "plausibile" così come la presenza sulla scena di un secondo coltello, sul quale gli inquirenti starebbero in effetti investigando insieme al cellulare del 17enne che risulta essere scomparso, e invita il giudice a visionare un filmato, ripreso dai Carabinieri al momento dell'arresto, in cui Elia viene informato del fatto che Aymen è morto. L'espressione del ragazzo, dall'essere visibilmente impaurito per la presenza delle forze dell'ordine (al loro arrivo si sarebbe sbarazzato del coltello, del panetto di hashish e delle nove dosi già pronte che aveva con sé e anche di denaro liquido che aveva addosso), diventa visibilmente sconvolta. Malgrado questo, secondo il pubblico ministero Fiorindi avrebbe potuto "arrendersi" al tentativo di rapina invece di ingaggiare un duello a colpi di coltello con il 17enne ucciso e per questo gli contesta l'omicidio.

L'avvocato Fabio Crea

L'avvocato Fabio Crea, sottolineando tutte le evidenze che riconducono i fatti alla legittima difesa, ha invece chiesto che il ragazzo venga liberato o in subordine che sia sottoposto agli arresti domiciliari e per questo avrebbe già trovato una persona disposta ad ospitarlo, non potendo rientrare nell'abitazione a Treviso dalla quale è stato sfrattato dall'Ater insieme a tutta la famiglia. Il gip si è messo in riserva sulla misura per poter vedere le immagini registrate dai militari dell'Arma e deciderà entro lunedì prossimo.

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