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Cronaca Quinto di Treviso

Diffamò l'ex sindaco di Quinto, portavoce del Cso Django condannata a una multa

Gaia Righetto dovrà pagare cinquecento euro, più una provvsionale di mille cinquecento euro, per le frasi diffamatorie rivolte nel 2016 a Mauro Dal Zilio

Cinquecento euro di multa, più un provvisionale di 1.500 euro. E' questa la condanna inflitta a Gaia Righetto (difesa dall'avvocato Giuseppe Romano) portavoce del gruppo "Django" che il 20 novembre del 2016 ripostò, commentandolo, proprio un articolo di TrevisoToday dal titolo "Pulmino pieno di profughi a Quinto di Treviso, il sindaco Dal Zilio li caccia dal paese". L'autista del mezzo, che si trovava davanti la sede della Domus Nostra in Via Ciardi a Quinto e che era diretto a Fontanelle, avrebbe avuto un acceso diverbio con Mauro Dal Zilio, allora primo cittadino di Quinto. Poi, sul muro del Municipio e su quello della sede della Lega, comparvero delle scritte ingiuriose.

Dall'imbrattamento però si sarebbe passati alle offese sui social. «Minchia oh, guarda qui il coraggio del maschio padano...che si mette di traverso per bloccare una donna. E che sta aspettando un bimbo» scrisse la Righetto, aggiungendo: "Make Veneto grait...mi raccomando. Pezzo di m...". Il riferimento era al pulmino fermo davanti alla Domus Nostra, al cui interno ci sarebbe stata una giovane incinta. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a sei mesi di reclusione. Respinte le richieste risarcitorie della parte civile, che dalla Righetto voleva 50 mila euro. «Cinquantamila euro per insegnare a queste gente un po' di buona educazione» aveva detto Dal Zilio. Ma la portavoce di Django, alla proposta di transazione, ha risposto che l'allora sindaco di Quinto dovrebbe accontentarsi di una lettera di scuse. «No, voglio i soldi. Non è una questione economica ma di principio» ha risposto lui. Django, tre giorni dopo, rincarò la dose: «Gli epiteti con cui la gran persona di Mauro Dal Ziliosi potrebbe appellare sono infiniti, ce ne vengono in mente molti decisamente sgradevoli. Pagherai caro, pagherai tutto». Il tutto ripreso dall'imputata con la frase «ecco a te Dal Zilio, tutto il nostro odio». «Io non mandai via nessuno: nell'occasione mi limitai a chiedere all'autista del bus che cosa ci facesse in mezzo alla strada, con i fari spenti e le luci interne al mezzo che erano soffuse» disse l'allora primo cittadino. Ma da quell'episodio, che secondo Dal Zilio - attualmente presidente dell'Ater della Marca - venne riportato dai mezzi di informazione «in maniera non aderente alla realtà», nacque un confronto polemico su Facebook che scaturì in quella frase davvero poco elegante che sarebbe stata attribuita alla Righetto: «Sei un pezzo di m...». L'avvocato difensore ha annunciato che, al di là dell'entità davvero lieve delle condanna, presenterà appello.

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