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Cronaca Preganziol

Finto coach olistico accusato di violentare le pazienti: chiesto il rinvio a giudizio

Alberto Buzzo, residente a Preganziol, è indagato per i reati di violenza sessuale e lesioni colpose. Il caso era emerso grazie ad un servizio del programma televisivo "Le Iene"

Si spacciava come "coach olistico", un santone che andava alla ricerca dei punti della paura o della rabbia nei corpi di clienti, ovviamente donne e tutte fra i 25 e i 50 anni. Era anche un fisioterapista che sarebbe dovuto correre in soccorso di soggetti confusi e bloccati così da riprendere in mano con decisione la loro vita attraverso una "liberazione emozionale". Ma Alberto Buzzo, un 39enne di Preganziol, sarebbe stato solo un predatore sessuale. Questo almeno secondo la Procura di Treviso che nei giorni scorsi ha chiuso le indagini a suo carico e ne ha chiesto il rinvio a giudizio, accusato dei reati di violenza sessuale e lesioni personali colpose.

Buzzo, che attualmente vivrebbe tra l'Italia e la Spagna, sarebbe stato il protagonista di almeno due casi, tutti accaduti nel 2020, di abusi  su alcune sue pazienti. Il caso era venuto alla ribalta grazie al programma Mediaset "Le Iene", che aveva raccolto il racconto di una della delle sue vittime ed esposto il presunto "coach" alla ribalta della cronaca. L'uomo, che riceveva nello studio ricavato dalla sua abitazione, è indagato per almeno quattro episodi: tre violenze sessuali, avvenute tra luglio e novembre di due anni fa, caratterizzate dalla stessa dinamica (le mani dentro la biancheria intima, dei tentativi di masturbazione, braccia posizionate sul collo in modo da non far muovere la donna, rapporti orali) e di una manovra fisioterapica che sarebbe stata sbagliata, tanto da costringere la vittima ad una serie di interventi chirurgici alle vie biliari e farle anche correre il rischio di conseguenze ben peggiori, avendo provocato una embolia polmonare che l'ha costretta ad una convalescenza di oltre 18 mesi. 

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