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Cronaca

Treviso: dopo 166 anni le suore dorotee lasciano le corsie dell'ospedale Ca' Foncello

Dal 1 marzo si conclude un importante capitolo di storia della sanità trevigiana, iniziato nel 1852. L’ultimo gruppo di anziane religiose si occuperà di assistenza spirituale ai malati

TREVISO “Grazie dal profondo del cuore, non senza rimpianto e con immensa riconoscenza”. Con queste parole, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia si è rivolto alle suore dorotee di Vicenza che, dal primo marzo, concluderanno il loro impegno infermieristico all’ospedale Cà Foncello di Treviso, chiudendo così una storia cominciata nel lontanissimo 1852.

Tra le corsie del Ca’ Foncello la notizia segna la fine di un’epoca. Dati anagrafici e carenza di vocazioni non consentono alle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori (questo il vero nome della congregazione) di garantire ancora la presenza di proprie infermiere. Una vera rivoluzione se si pensa che per decenni il nome della suora, prima ancora di quello del primario, identificava un reparto.  All’ospedale di Treviso hanno iniziato il loro servizio nel 1852. Più di un secolo e mezzo di presenza, segnata dalla carità e dalla elevata professionalità in tutti gli ambiti presenti. Ma anche dalla santità. La Chiesa, infatti, ha elevato alla gloria degli altari la suora infermiera Maria Bertilla Boscardin che - dopo avervi lavorato per 15 anni – nel 1922 è morta proprio nell’ospedale di cui oggi è patrona  ed anche monsignor Giovanni Farina, il vescovo di Treviso che chiamò nel nosocomio le Dorotee dopo averle  fondate quando era prete a Vicenza.

“Con la conclusione dell'impegno infermieristico delle suore Dorotee si sigilla un capitolo importante di storia della Sanità trevigiana – sottolinea il Direttore generale Francesco Benazzi -. Contemporaneamente rImane vivo il debito di riconoscenza per il servizio prestato in oltre 165 anni di presenza nelle corsie dell'antica sede di San Leonardo, prima, e del Ca' Foncello, poi. Una presenza che per Treviso non ha rappresentato solo la permanenza di un gruppo di religiose ma, soprattutto, un vero progresso organizzativo e professionale. Grazie alle suore Dorotee di Vicenza, a Treviso si è concretizzata la professione infermieristica, legata ad una preparazione specifica ed alla formazione con un proprio percorso di studi. Con loro nacque, infatti, la prima scuola destinata a evolversi accogliendo anche studenti laici e contribuendo nei decenni a fornire numerosi professionisti ben preparati”. “Ringrazio idealmente tutte le Suore che hanno fatto parte della nostra comunità ospedaliera ed in particolare le ultime ancora presenti. Esprimo inoltre la mia gratitudine e la mia soddisfazione per l'assicurazione fornitami dalla Madre generale che, pur concludendosi l'impegno professionale, le Suore continueranno a prestare la loro collaborazione nell'assistenza spirituale dei nostri pazienti: sono sempre state parte della nostra famiglia è così continueremo a sentirle. Siamo uno dei pochi ospedali che hanno visto una sua infermiera elevata alla gloria degli Altari: Santa Maria Bertilla Boscardin, una delle tante religiose che si sono succedute al servizio dei nostri malati. Questo esempio ci ricorda e riassume quale contributo è stato dato in questi decenni anche nell'umanizzazione dell'ambiente ospedaliero, nella qualità del rapporto con il malato, nella capacità di saper curare prima ancora di riuscire a guarire”.

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