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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Susegana

Prostituzione al centro massaggi, condannate le "maitresse" del Sakura

La 59enne Liu Mingfang e la 56enne Mo Yehzen erano accusate di aver gestito un giro di "lucciole" presso la loro attività di Susegana. Per entrambe è arrivata una condanna a 1 anno 4 mesi

Una cooperativa dedita al sesso e non allo sfruttamento. Questa era la tesi della difesa (rappresentata dall'avvocato Helga Lopresti) ma per quanto il pubblico ministero Massimo De Bortoli avesse chiesto una assoluzione (con la formula piena) e soltanto una condanna, i giudici di Treviso hanno inflitto due condanne, a 1 anno e 4 mesi, per le due cittadini cinesi, la 59enne Liu Mingfang e la 56enne Mo Yehzen, accusate di sfruttamento della prostituzione che sarebbe avvenuto all'interno del centro di massaggi "Sakura" di Susegana.

L’indagine era partita nel settembre del 2016. Le prime segnalazioni erano arrivate nella primavera precedente e gli accertamenti erano stati affidati ai carabinieri di Susegana. Nel corso dei vari appostamenti i militari erano riusciti a censire decine di clienti che frequentavano il centro massaggi: il sospetto era che quel continuo via vai di uomini nascondesse un giro di lavoratrici del sesso. L'inchiesta avrebbe appurato che i clienti, dopo il massaggio che veniva pagato direttamente alla ragazza di turno, si sarebbero recati al bancone per saldare un extra. Circostanza che ha spinto la Procura a mettere i sigilli al centro facendo scattare anche la denuncia a carico delle due titolari.

Liu Mingfang e Mo Yuhzen - quest'ultima si è resa irreperibile - sono accusate di aver costretto una connazionale di 30 anni a prostituirsi o quanto meno ad assecondare le richieste sessuali degli uomini che frequentavano il centro. Per ogni prestazione extra avrebbe ricevuto dalle titolari tra i 30 e i 50 euro. Circostanza confermata dai clienti nel corso delle audizioni con i carabinieri ma che in aula hanno detto di non ricordare nel dettaglio. Di certo c’è che non si trattava di rapporti completi ma di massaggi intimi. E qui sta il nodo del pagamento: la Procura sostiene che i soldi venivano dati alle maitresse e non alla massaggiatrice, circostanza che in parte sarebbe stata confermata in aula dai clienti. Il reato comunque si estinguerà per avvenuta prescrizione nel marzo di quest'anno, il che renderà l'appello - l'avvocato Lopresti ha già annunciato il ricorso - del tutto inutile.

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