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Cronaca Riese Pio X

Stalking, 400 segnalazioni per il "codice rosso". I carabinieri: «Monitoraggio continuo»

L'omicidio di Riese e le ammissioni del Procuratore Martani. Il comandante provinciale dell'Arma, Massimo Ribaudo: «La maggior parte dei casi sono oggetto di continuo confronto, proprio perchè conosciamo l'imprevedibilità di queste condotte»

Ogni anno sono 400 le segnalazioni per il "codice rosso" che sono gestite dall'Arma dei carabinieri della provincia di Treviso ogni anno: un dato destinato a salire in questo 2023 per una sempre maggiore propensione a denunciare grazie all'onda emozionale del caso di Giulia Cecchettin e del femminicidio di Vanessa Ballan a Riese Pio X. Le parole del Procuratore capo di Treviso, Marco Martani, che mercoledì, all'indomani dell'arresto del presunto killer ha parlato di "caso sottovalutato" da parte della magistratura e delle forze dell'ordine, hanno fatto certammente scalpore anche se da via Cornarotta assicurano che il monitoraggio del fenomeno degli atti persecutori e della violenza di genere è puntuale.

«A prescindere da quello che è avvenuto in tutti i due casi (femminicidi Cecchettin e Ballan ndr) in cui certamente ci sono state cose che si potevano fare meglio, si tratta di un'attività che facciamo quotidianamente» ha spiegato oggi il comandante provinciale Massimo Ribaudo, a margine del tradizionale incontro per gli auguri natalizi «l'Arma, così come le altre forze di polizia hanno investito moltissimo sul codice rosso, rispetto a quando siamo partiti abbiamo una formazione di base, la formazione successiva, abbiamo una rete di monitoraggio delle vittime vulnerabili, abbiamo dei reparti specializzati che sono all'interno del raggruppamento del Racis, analisi investigative e scientifiche che si occupano proprio della vittimologia, dell'approccio, della vittimizzazione secondaria, abbiamo un'attenzione sempre più diffusa, abbiamo riempito le nostre caserme con le stanze "Tutte per sè", quindi questa attività di continuo monitoraggio di quei casi da codice rosso che chiaramente si possono evolvere in un modo così come possono evolversi verso una pacificazione.

«L'ha raccontato bene ieri il Procuratore: la gran parte di questi, spesso e volentieri, si riescono a dirimere, si va incontro ad una conciliazione e sono oggetto di continuo confronto proprio perchè conosciamo l'imprevedibilità di queste condotte che non è sufficente il momento in cui c'è il primo confronto ma c'è poi l'evoluzione di queste condotte che possono essere atti persecutori oppure comportamenti che hanno carattere di abitualità come si stanno evolvendo» chiude Ribaudo «è un lavoro che facciamo sia con la Procura della Repubblica, grazie al coordinamento del Procuratore, ma lo facciamo anche noi con le stazioni e la prossimità. Cerchiamo di chiedere come stanno andando le cose, se c'è qualcosa che è cambiato, se le cose vanno in un verso o nell'altro. Intercettare il bisogno e quindi se c'è un aggravamento delle esigenze cautelari che di volte in volta vanno sempre verificate e che possono mutare da un momento all'altro».

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