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Cronaca Refrontolo

Rapine a tabaccherie e negozi di alimentari, i due banditi restano dietro alle sbarre

Ieri, 24 marzo, si è svolta l'udienza di convalida dell'arresto. A E.P, 46 anni di Conegliano, e I.P., 56enne di Vittorio Veneto, è stata imposta la misura cautelare della custodia cautelare in carcere

Restano in  carcere i due rapinatori che, armati di pistola e coltello, avrebbero preso di mira tabaccherie e alimentari tra le province di Treviso, Venezia e Padova. Il gip Marco Biagetti, dopo l'udienza di convalida svoltasi ieri 24 marzo, ha accolto le richieste della Procura che nei confronti di G.P., 46enne di Conegliano, e I.P., un 56enne di Vittorio Veneto, aveva chiesto la custodia cautelare nel penitenziario di Treviso. I due (difesi dagli avvocati Gaetano Giuliani e Sabrina Dei Rossi) si sono avvalsi delle facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia.

E.P e I.P (con loro è stata indagata la 36enne E.Z, difesa dall'avvocato Mario Nordio, accusata di favoreggiamento) sarebbero entrati gli autori del colpo avvenuto lo scorso 2 marzo a Refrontolo all'alimentari Belmarket, di quello realizzato il 14 marzo in una tabaccheria di Zeminiana di Massanzago e il 21 marzo in una tabaccheria di Santa Maria di Sala, lungo la Noalese. In occasione del primo episodio la donna aveva preceduto, fingendosi una cliente, l'entrata in azione dei due banditi che hanno agito con il volto travisato: dopo essersi fatti consegnare il denaro dalla titolare, l'81enne Edda Doro e da una dipendente, si sono dileguati a bordo di una Fiat Punto bianca. Proprio questo mezzo, a cui erano state applicate targhe rubate nel padovano, era la loro firma (il veicolo era di proprietà di un parente di uno dei tre) ed è stata notata anche dopo la rapina di Zeminiana. 

Secondo gli investigatori nei primi due blitz il bottino era stato di circa 1100 euro, mentre a Santa Maria di Sala i banditi sono riusciti a fuggire con circa 1700 euro presi dalla cassa. Per garantirsi mano libera e una fuga tranquilla, i rapinatori hanno immobilizzato con delle fascette di plastica il titolare, per poi rinchiuderlo in uno sgabuzzino. Poi è scattata la fuga e il ritorno verso le loro abitazioni: la Fiat Punto con i due uomini e le donna (incaricata probabilmente di fare da palo) si è diretta verso l'ingresso del Passante di Mestre, ha imboccato la A27 e quindi la A28. All'uscita del casello di Cordignano, ad attendere i banditi c'erano però i carabinieri della Compagnia di Vittorio Veneto, coordinati dal comandante Francesco Galante, e i militari della Compagnia di Venezia che hanno collaborato all'indagine. 

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