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Cronaca

Anica, le minacce dell'ex finiscono nel nulla: dichiarato il non luogo a procedere

Vasile Lungu, il romeno di 35 anni che fino al 2018 era legato alla 31enne, con cui aveva anche tre figli, non era a conoscenza che a suo carico era in corso a Treviso un processo. Il procedimento, come il secondo che potrebbe scattare a seguito di una seconda denuncia presentata dalla donna, sarebbe comunque finito presto in prescrizione

«In Italia ho tanti amici amici albanesi. Ti faccio uccidere». Queste le parole che Vasilica Lungu, l'ex compagno di Anica Panfile, le aveva scritto su whatsapp nel settembre del 2018, quando cioè si era conclusa la relazione con la donna da cui erano nati tre dei quattro figli della Panfile. L'uomo, difeso dall'avvocato Andrea Zambon, era stato denunciato dalla 31enne, trovata morta il 21 maggio scorso in una delle anse del Piave a Spresiano, e oggi era prevista l'udienza nel processo a suo carico in cui avrebbe dovuto rispondere del reato di minaccia. Ma nei confronti del 35enne, che quando Anica 31enne sarebbe stata uccisa si trovava in Romania, è stato dichiarato il non luogo a procedere. L'uomo non avrebbe infatti mai avuto conoscenza del procedimento a suo carico. E dato che il reato si prescrive in 5 anni, difficilmente Lungu sarà trascinato a giudizio. Pendente c'è anche una seconda indagine (sempre per minaccia) presentata sempre nel 2018 ma anche questa fattispecie cadrà in prescrizione.

«So che hai un altro uomo - le avrebbe detto - devi stare molto attenta. Conosco un sacco di albanesi che possono farti del male». L'altro uomo a cui faceva riferimento Lungu è quasi certamente  Luigino De Biasi, l'autotrasportatore di 58 anni con cui Anica avrebbe stretto un relazione successiva e da cui avrebbe avuto una bambina. Il fascicolo di indagine da cui era scaturito il processo era entrato nell'inchiesta aperta dal pubblico ministero Valeria Peruzzo sull'omicidio della 31enne ma la posizione del romeno come sospettato era stata quasi immediatamente cancellata.

Vasilica Lungu era arrivato in Italia all'indomani del ritrovamento di Anica per portare in patria i tre figli. Il Tribunale dei Minori di Venezia, dopo aver nominato una tutrice per tutti e quattro i figli della 31enne (l'avvocato Aurelia Palmeri di Treviso) ha disposto però che nessuno di loro possa lasciare il nostro Paese. 

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