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La presidente del Senato Casellati visita Treviso: «La Marca è simbolo di eccellenza e produttività»

Maria Elisabetta Alberti Casellati: «Nonostante il periodo di crisi questa è una delle province che esporta di più a livello nazionale, in controtendenza rispetto anche alle altre regioni»

Giovedì 19 maggio Maria Elisabetta Alberti Casellati è arrivata in città nel pomeriggio per visitare lo stabilimento dell'azienda De' Longhi e incontrare il sindaco Mario Conte insieme alle autorità territoriali ed i rappresentanti delle categorie produttive a Palazzo dei Trecento, in piazza dei Signori. Ad aprire l'incontro con la presidente del Senato è stato proprio il primo cittadino trevigiano: «Treviso è la città simbolo della speranza, come il Palazzo che oggi ci ospita e che è rinato dalle sue ceneri dopo essere stato bombardato durante la guerra. Oggi Palazzo dei Trecento è simbolo di democrazia ricostituita. Da qui deve dunque ripartire il post pandemia, tutelando i giovani, gli anziani, i disabili, con un occhio di riguardo al disagio giovanile e alla solitudine. Nessuno deve rimanere indietro».

Il presidente del Senato Casellati visita Treviso

Così, invece, la presidente del Senato Casellati: «Sono molto lieta di essere qui oggi ad osservare le tante eccellenze del territorio. Tutto questo mi fa fare un tuffo di speranza verso il superamento della crisi da pandemia, un risultato che qui può essere raggiunto anche grazie ad una condizione economica in controtendenza rispetto al resto del Paese. La Marca è infatti una delle province italiane che esporta di più nonostante il periodo, dunque un gioiello di creatività e, per questo motivo di orgoglio per tutto il Veneto. Certo, c'è in tutti noi una forte preoccupazione per la guerra alle nostre porte che può portare a gravi ripercussioni economiche se non terminerà nei prossimi tre mesi. In ogni caso, a livello governativo stiamo puntando a nuovi rifornimenti da Paesi come Algeria, Azerbaigian e Angola, ma i costi a livello europeo sono altissimi. Dobbiamo quindi pensare ad una Europa unità, basata su un principio comune di solidarietà, ma il "cessate il fuoco" in Ucraina deve avvenire solo in ambito diplomatico, anche perché il concetto di libertà e democrazia va coltivato ogni giorno, non è scontato. Inoltre, questa crisi riflette un grave problema alimentare che in futuro potrebbe portare dall’Africa il più grande movimento migratorio della storia».

Leopoldo Destro, Presidente Assindustria Venetocentro – Imprenditori Padova Treviso: «Quello trevigiano è un territorio ricco di realtà imprenditoriali, distretti e filiere produttive di grande prestigio, che operano in settori diversi della nostra industria: dal legno arredo leader per export e sistemi per l’illuminazione, alla calzatura tecnica e sportiva, agli elettrodomestici e inox al Prosecco di Conegliano Valdobbiadene sulle colline Patrimonio Mondiale UNESCO. Qui si produce oltre il 20% delle esportazioni del Veneto (14,5 miliardi di euro), il 21% del valore aggiunto manifatturiero. Nel primo trimestre di quest’anno, l’industria trevigiana è cresciuta del 9,9% rispetto al 2021, molto più della produzione manifatturiera in Italia. E il segreto qui sta nella collaborazione stretta tra le piccole, medie e grandi imprese, nell’internazionalizzazione, nell’innovazione continua e nella cura del capitale umano, di giovani e donne. I rincari sui costi dell'energia e la scarsità di materiali erode però ogni giorno i margini di guadagno delle aziende. Questi prezzi così alti rischiano di far chiudere a breve molte aziende del territorio. Bisogna quindi fissare un tetto al prezzo del gas per una nuova politica energetica, così come ricercare nuove fonti sostenibili per ridurre l’indipendenza dalla Russia. Serve una Italia unita per vincere le nuove sfide con l’Europa, per una stagione di ripresa duratura e sostenibile».

Angelo Facchin, consigliere della Camera di Commercio di Treviso-Belluno: «Ci vuole grande attenzione alla comunità e al sistema produttivo, anche perché l’economia trevigiana nel 2022 ha prodotto un risultato record visto che la Marca è l'8ª provincia nazionale per export grazie alle sue 98mila imprese e i quasi 330mila addetti, il tutto con una disoccupazione sotto la soglia del 5%. Questo dato, connesso con il problema della scarsa natalità, è però alla base della difficoltà di trovare manodopera in tutto il territorio. Per questo stiamo da tempo puntando molto a neodiplomati e neolaureati per valorizzare i nuovi talenti». 

Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Marca Trevigiana: «Qui nella Marca ci sono 10mila imprese artigiane, un insieme eterogeneo di attività produttive fonti di eccellenza grazie ad una forte capacità imprenditoriale. L'obiettivo per il futuro è però quello di superare il localismo in un'ottica di internazionalizzazione». Così, invece, Giorgo Polegato quale presidente di Coldiretti Treviso: «L'agricoltura trevigiana (portata avanti da 14mila imprese del settore) è molto variegata e possiamo per questo vantare eccellenze come il Prosecco, il Docg Conegliano Valdobbiadene, il radicchio rosso come prodotto unico che vogliamo far diventare una Dop, la casatella trevigiana e gli asparagi di Cimadolmo e Badoere. Nonostante la più grande superficie Dop, assistiamo comunque ad una criticità nel comparto della zootecnia oggi molto in sofferenza, soprattutto in ambito latteario dove le aziende non riescono a coprire i costi di produzione». 

Queste, poi, le parole dell'assessore regionale Caner: «La nostra regione è un fulcro importante dell'economia essendo la terza economia nazionale per il PIL con il 9,2 % di produzione. I veneti sono dinamici, ma la criticità principale che affrontiamo è quella della mancanza di forza lavoro visto che in Veneto mancano circa 20mila lavoratori. Un dato certamente dovuto alla pandemia e da chi nel frattempo ha cambiato mestiere, soprattutto nel turismo. Altri motivi sono poi il cuneo fiscale e il reddito di cittadinanza. In questo senso il tema della formazione è fondamentale, perché le scuole devono essere sempre più ancorate al mondo dell’impresa. Inoltre, va rivista tutta l'area della contrattualistica. In agricoltura, invece, preoccupano la mancanza di mais, soia e fertilizzanti, soprattutto nel mondo delle vacche da latte dove chiudono molte stalle, anche in sud Italia. Se si continua così vorrà dire perdere tantissimi prodotti tipici e verrebbe a mancare anche il turismo, la nostra identità». A concludere l'incontro è stato infine il senatore leghista Vallardi: «La Marca è una provincia di eccellenza dal punto di vista imprenditoriale, agricolo e, turistico. In Veneto abbiamo però bisogno di molta meno burocrazia e più autonomia. Il 22 ottobre 2017 il popolo veneto ha espresso la propria volontà e questa andrebbe fatta rispettare». 

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