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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Caerano di San Marco

Sindaco aggredito da una famiglia nomade, condannato un 54enne

Giovanni Precoma, primo cittadino di Caerano San Marco, l'11 agosto del 2019 aveva subito un violento pestaggio da parte di un nucleo che si era accampato in via dell'Artigianato. «Sono stati dei brutti momenti che non auguro a nessuno» ha detto la vittima

«Sono stati dei brutti momenti che non auguro a nessuno. E io mi ero recato sul posto solo per far valere il nostro regolamento comunale. Quello che è successo è inaudito ma oggi se non altro giustizia è stata fatta». Sono le prime parole del sindaco di Caerano San Marco Gianni Precoma quando oggi, 20 febbraio, il giudice Gianluigi Zulian ha emesso la sentenza nel processo per i fatti dell'11 agosto del 2011 quando il primo cittadino venne selvaggiamente aggredito da una famiglia di nomadi. Il procedimento, che vedeva sul banco degli imputati il 54enne Giuseppe Karis, il 47enne Omar Caari e il 27enne Brendon Karis con l'accusa di lesioni personali, minaccia e danneggiamento, si è concluso con la condanna del 54enne a 1 e sei mesi (pena sospesa) e l'assoluzione del 47enne. Per Brandon, alle prese con problemi psichiatrici, una perizia aveva invece stabilito la sua incapacità di stare validamente a processo. A Precoma è stata anche riconosciuta una provvisionale di 4 mila euro mentre il risarcimento dei danni verrà stabilito da un diverso giudizio civile.

Il fatto era avvenuto in via dell'Artigianto a Caerano dove il nucleo familiare si era stanziato in maniera abusiva. I nomadi, che erano presenti da giorni nel territorio comunale, si erano "accampati" dapprima in via Lepanto per spostarsi poi a causa delle numerose lamentele dei residenti. Il sindaco avrebbe ricevuto anche segnalazioni relative all'abbandono di rifiuti e venerdì 11 agosto, all'imbrunire, si era recato di persona in via dell'Artigianato per "trattare" con i Karis. In assenza dell'unico vigile urbano del Comune che era in ferie Precoma ha cercato di trovare una soluzione in prima persona spiegando alla famiglia che non poteva rimanere lì, dove si era stabilita a bordo di un camper e una Fiat Punto. La risposta è stata però violenta: secondo le indagini coordinate della Procura i tre avrebbero aggredito il sindaco con calci e pugni, provocandogli la frattura di due costole, una profonda ferita lacero contusa al naso e la rottura degli occhiali. Con il primo cittadino a terra lo avrebbero anche minacciato di morte, dicendogli che avrebbero preso un fucile e fatto fuoco su di lui. Poi non contenti avrebbero lanciato contro l'auto di Precoma alcune lattine di bitta e una moka mandando in frantumi il vetro del finestrino. Nei giorni successivi i tre re non si erano più presentati a Caerano avendo ricevuto un Daspo urbano. A processo il sindaco ha riconosciuto di non poter dire con certezza se Omar Caari avesse o meno partecipato all'aggressione e al giudice non è rimasto che mandarlo assolto.

«Sono delle persone che evidentemente non accettano volentieri le regole - è tornato a dire Precoma - e la legge non riesce ad essere imposta. Francamente non credo neppure che esista una norma in grado di evitare che quello che è successo a me non capiti anche ad altri sindaci che lavorano e si impegnano soltanto per far valere le regole di una educazione civica che tutti i cittadini sono tenuti ad osservare».

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