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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Castelfranco Veneto

Processo all'ex carabiniere "infedele", cambia il giudice del procedimento

Antonio Currò, ex comandante della stazione di Castelfranco, è accusato a vario titolo, insieme ad altre persone tra cui il figlio Davide e Michele Chiaromonte, al tempo dei fatti a capo dell'aliquota radiomobile dei militari dell'Arma di Montebelluna, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio, peculato, falso ideologico ed esercizio abusivo della professione

Al tempo delle indagini, nella sua funzione di gip, diede parere favorevole per l'effettuazione di una intercettazione telefonica ritenuta importante dagli investigatori. Così oggi 25 gennaio il giudice per l'udienza preliminare Piera De Stefani, in risposta ad un istanza presentata dall'avvocato Simone Guglielmin, si è dichiarata "incompatibile" a valutare il caso che ha al centro Antonio Currò, 61enne ex comandante della stazione dei Carabinieri di Castelfranco, accusato a vario titolo con altre persone - Michele Chiaromonte, 58enne al tempo dei fatti a capo dell'aliquota radiomobile dei militari dell'Arma di Montebelluna, Massimo Varanese, 57enne invesigatore privato di Montebelluna, Ferruccio Ippolito, 66 anni di Lecce, Giovanni Rutigliano, 62enne di Bari, Dario Guerra, un vigilie urbano 59enne di Castelfranco e il 32enne figlio di Currò, Davide - di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio, peculato, falso ideologico ed esercizio abusivo della professione. L'udienza preliminare, in cui si dovrebbe decidere se Currò debba o meno essere rinviato al giudizio, è stata quindi rinviata al prossimo mese di maggio. Il nuovo giudice sarà Carlo Colombo.

Le indagini erano scaturite da a una telefonata con Giuseppe Alù, ex brigadiere del RadioMobile di Castelfranco Veneto, il cui telefono era sotto controllo per un altro fatto (avrebbe taglieggiato imprenditori cinesi in cambio del silenzio su possibili irregolarità nella gestione delle loro attività). In quella conversazione, avvenuta il 17 giugno del 2018, si parlava di una famiglia di stranieri messa in contatto con l'ex luogotenente dell'arma, che aveva aperto nel frattempo una agenzia di pratiche d'auto e consulenze (nei fatti pare si trattasse di una agenzia di investigazioni private), che in cambio di una "imprecisata utilità" l'avrebbe dovuta seguire.

Michele Chiaromonte è entrato nell'indagine a seguito di uno "scambio di favori": l'intercessione da parte di Currò presso il presidente di una casa di riposo per un rapido ricovero di un parente del collega, eludendo così le normali procedure per le liste d’attesa. In cambio l'allora comandante del Radiomobile montebellunese avrebbe avrebbe promesso di mandare clienti, coinvolti in incidenti rilevati dai carabinieri di Montebelluna, all’agenzia di investigazioni e pratiche d’auto del principale indagato. Inoltre sempre Chiaromonte avrebbe ricevuto un televisore da 900 euro e un’imprecisata quantità di bottiglie di vino in cambio di plurimi accessi effettuati sulle banche dati delle forze dell’ordine su richiesta di Massimo Varanese per la sua attività “abusiva” di investigatore privato.

Ferruccio Ippolito è invece accusato in concorso con Varanese e Currò di esercizio abusivo della professione di investigatore privato, Giovanni Rutigliano e Davide Currò sono invece indagati per falso in relazione alla sostituzione di una patente denunciata come smarrita in realtà solo deteriorata e l'agente della Polizia Locale della castellana Dario Guerra si trova invece nei guai (l'accusa è abuso d’ufficio) per aver comunicato a Currò i dati di una singola persona sulla quale il primo stava facendo accertamenti come investigatore privato.

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