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Cronaca Paese

Camorra: sequestrati a Paese beni riconducibili a Fontanella

Cresce la preoccupazione per le infiltrazioni mafiose nella Marca, dopo l'operazione della Dia di Salerno a Paese di Treviso, dove sono stati sequestrati immobili riconducibili a Gaetano Fontanella

I lunghi tentacoli della malavita si sono ormai allungati sul Veneto e, in particolare, sulla Marca. A confermarlo, una volta di più, il sequestro effettuato la scorsa settimana dalla Direzione investigativa antimafia a Paese.

Qui, ad Angri e Sant’Antonio Abate (Napoli), la Dia ha confiscato beni immobili per due milioni e mezzo di euro riconducibili a Gaetano Fontanella, 56 anni, soprannominato “o’ spagnuolo” e legato al clan Nocera.

Fontanella, indagato a partire dagli anni Ottanta perché sospettato di appartenere a un gruppo criminale di matrice camorristica, operante tra Salerno e Napoli, avrebbe reinvestito i proventi dei propri illeciti acquistando immobili tra Paese, Angri e Sant’Antonio Abate (Napoli).

“La Camorra purtroppo è sbarcata anche a Paese. Ora il sindaco Pietrobon non potrà più negare il fenomeno mafia nella Marca”, ha commentato l’eurodeputato IdV, Andrea Zanoni, che nel febbraio 2011 si era visto negare, dal primo cittadino di Paese, l’autorizzazione all’uso della sala consiliare per una conferenza intitolata “Mafiosi a casa nostra – Rifiuti – Appalti – Denaro sporco”.

“Allora - ricorda Zanoni – Pierobon motivò il suo diniego affermando che il problema della mafia non riguardava Paese. Purtroppo quello che è accaduto in questi giorni dimostra che si sbagliava di grosso e che a suo tempo aveva sottovalutato in maniera assai grave questo fenomeno che ora purtroppo sappiano coinvolgere anche Paese”.

La Marca sembra diventata la destinazione preferita dagli ambienti camorristici per il riciclaggio del denaro proveniente dagli illeciti. Tra il settembre 2010 e il marzo 2011, l’operazione “Serpe” della Dia di Padova aveva portato all’arresto di una trentina di persone.

A luglio 2010, a Mogliano Veneto, era stato arrestato il latitante Vito Zappalà ed da ultimo, pochi mesi fa a Brugine (Padova), era stato fermato Nicola Imbriani, braccio destro del boss Polverino.
 

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