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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Bambino portato via dagli affidatari, la Procura chiede l'archiviazione

Colpo di scena nell'inchiesta che vede al centro un bambino di 10 anni che, 24 mesi fa, è stato allontanato dalla casa era stato collocato e messo in una comunità. I magistrati di Treviso hanno infatti chiesto di archiviare il reato di falso ideologico, lasciando inalterata solo le denuncia per omessa denuncia

Svolta nell'indagine che aveva messo sotto i fari della Procura di Treviso Pasquale Borsellino, 60 anni, chiamato in causa come direttore dell'Uoc Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori Distretto Treviso Nord dell'Usl 2, Valerio Favaron, 65 anni, assistente sociale presso il servizio affido dell'Usl2 di Treviso e Valentina Castelli, 40 anni, psicologa al servizio affido dell'Usl 2 (difesi dall'avvocato Luigi Fadalti). Dopo che alla fine dello scorso anno il sostituto procuratore Mara De Donà aveva chiuso le indagini a carico dei tre, accusati a vario titolo di falso in atti d'ufficio e omessa denuncia, chiedendone di fatto il rinvio a giudizio, ora è arrivata invece la richiesta di archiviazione per il falso per tutti gli indagati.

La storia riguarda un bambino di sette anni, affetto dalla sindrome Adhd, un disordine dello sviluppo neuro psichico caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi e che si manifesta generalmente prima dei sette anni d'età, che un provvedimento del Tribunale dei minori di Venezia aveva stabilito lasciasse la famiglia - di Mogliano - cui era stato affidato per essere trasferito, mentre era in corso la procedura di adozione, in una comunità del coneglianese.

All’origine della vicenda, emersa nel giugno del 2021, vi sarebbe un documento, redatto dalla suora che è anche la coordinatrice della scuola paritaria di Preganziol frequentata dal bimbo, secondo cui il piccolo sarebbe stato «vittima di violenze e percosse, umiliazioni con docce fredde, come punizione per avere fatto la pipì a letto» e avrebbe avuto i capelli strappati. Il medico dell’azienda sanitaria responsabile del caso aveva detto ai coniugi che «non ci sono più le condizioni perché stia con voi, adesso deve andare in comunità», aggiungendo che si sarebbero dimostrati poco protettivi nei confronti del ragazzino. Inoltre ci sarebbero state tutta una serie di segnalazioni che, nel caso in cui gli affidatari si fossero opposti al provvedimento, l’Usl si sarebbe vista costretta a "tirare fuori", mandando le carte in tribunale. Da qui la querela per omessa denuncia.

La parte che è invece oggetto di richiesta di archiviazione, nei cui confronti l'avvocato Giovanni Bonotto, legale della famiglia, ha fatto ricorso invocandone la nullità per questioni di legittimità, è relativa alla circostanza secondo cui Favaron e Castelli avrebbero sottoscritto una relazione, trasmessa al tribunale dei minori di Venezia a inizio giugno del 2021, nella quale attestavano che la coppia affidataria, pur non condividendo il progetto, s'era resa disponibile ad accompagnare il piccolo e a partecipare al suo inserimento nella nuova comunità. L'omissione della denuncia invece riguarderebbe anche Pasquale Borsellino.

«Siamo senza parole - ha detto l'avvocato Bonotto - e soprattutto ci chiediamo che cosa sia successo tra la data di chiusura delle indagini e i primi giorni di febbraio. Una cosa è certa: gli affidatari non molleranno la presa, soprattutto alla luce della decisione dei servizi sociali della Usl di Padova, che li reputano "ideali" per arrivare all'adozione, non hanno nessuna intenzione di mollare la presa».

«L'unica parola che descrive l'aiuto e il sostegno che per quattro anni abbiamo voluto dare a quel bambino - commenta il padre affidatario - è amore. Non ci rassegniamo a vederlo in una comunità per il tempo in cui sarà minorenne e poi essere affidato ad un curatore speciale. Non è un piccolo particolarmente appetibile dal punto di vista dell'adozione ma ha il diritto a essere felice e amato».

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