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Cronaca Moriago della Battaglia

Omicidio Campeol, chiesto l'ergastolo per Fabrizio Biscaro

Il 23 giugno del 2021 il 38enne avrebbe ucciso Elisa, una barista 35enne di Pieve di Soligo, con almeno 20 coltellate mentre la ragazza prendeva il sole all'Isola dei Morti. La difesa insiste per il riconoscimento della totale incapacità di intendere e volere. Il processo è stato aggiornata al 2 febbraio prossimo

«L'ho colpita ai polmoni, ho sentito l'aria che usciva. E credo anche ad un arteria: il sangue aumentava in me il desiderio di fare del male a qualcuno». Fabrizio Biscaro lo avrebbe raccontato agli investigatori che l'hanno interrogato subito dopo che, all'ora di pranzo del 23 giugno del 2021, aveva ucciso la 35enne Elisa Campeol, colpita con almeno 20 coltellate mentre prendeva il sole da sola in un spiaggetta in riva al fiume Piave all'Isola dei Morti, in località Moriago della Battaglia. Il racconto sul particolare della confessione del 38enne emerge dalla requisitoria del pubblico ministero Gabriella Cama che oggi, 22 gennaio, ha chiesto la pena dell'ergastolo reiterando la richiesta di custodia cautelare presentata in precedenza, quando è stata consegnata alla Corte d'Assise la relazione sulla perizia psichiatrica secondo cui Biscaro era capace di intendere e volere al momento di compiere l'omicidio.

Il pubblico ministero ha ripercorso le tappe che hanno portato a quella tragica giornata: Biscaro che, il giorno prima, lascia il lavoro perché sente l'impulso a "fare del male" che non riesce a calmare, il giro che il giovane ha fatto proprio all'Isola dei Morti, la sosta al supermercato dove peraltro compra anche il coltello che sarà l'arma del delitto, poi la "fuga" prima a Feltre e poi in montagna fino a quando Fabrizio, che si era allontanato da casa con la propria auto portando con sé due zainetti, torna 24 ore dopo sul luogo dell'accoltellamento e tende un agguato alla povera Elisa.

La scena viene vista da due persone che quel giorno stavano passeggiando sul greto del Piave. Sono padre e figlio: il primo scorge Biscaro chino su una giovane e all'inizio pensa a un gioco fra adulti. Ma il 38enne sembra sorpreso e se ne va velocemente. Quello che l'uomo vede poi è la scena della mattanza: la Campeol in un lago di sangue, l'orecchio sinistro tagliato di netto - sarà un feticcio che avrebbe dovuto dimostrare quello di cui era capace il killer - la chiamata ai carabinieri che precede di qualche ora l'autodenuncia di Biscaro.

Per la Cama il delitto è stato premeditato e compiuto con ferocia, seviziando la 35enne. Un comportamento di cui Fabrizio non si mostrerà mai sinceramente pentito. Sul profilo dell'imputato restano comunque le "macchie" di una gioventù difficile, passata senza vere amicizie, fatta di un rapporto complicato con i genitori e dell'affetto per la sorella che però è lontana. Questo avrebbe portato Fabrizio a tentare più volte il suicidio prima di sviluppare istinti omicidi.

Il difensore, l'avvocato Rosa Parenti, ha contestato innanzitutto la perizia psichiatrica del consulente della corte, sottolineando il suo ruolo di primario di psichiatria ai tempi di un ricovero di Biscaro e che aveva svolto anche le funzioni di responsabile del centro di salute mentale di Farra di Soligo in cui il 38enne era in cura. Secondo il legale il medico avrebbe avuto più di un motivo per minimizzare la patologia di Fabrizio, che era seguito dagli psicologi del casm per una forte depressione. La Parenti ha chiesto quindi che il suo assistito venga dichiarato incapace di intendere e volere al momento di commette il fatto (cosa che sarebbe stata riscontrata nella prima perizia fatta in incidente probatorio), in subordine la revoca delle due aggravanti (la premeditazione e le sevizie) e il riconoscimenti delle attenuanti generiche. Ha anche chiesto, in caso di accoglimento della misura cautelare in carcere, che venga salvaguardata la salute del suo cliente, che dovrebbe scontare la pena in un istituto di cura e recupero. Il processo (in cui la famiglia Campeol è difesa dall'avvocato Lorenza Secoli) è stato aggiornato al 2 febbraio per le repliche e la sentenza.

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