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Cronaca

Truffata non riesce a presentare la querela in tempo: un'altra "vittima" della Legge Cartabia

Una donna di Preganziol era finita, nel 2018, nella rete di un un uomo che millanatava la vendita di un cucciolo di cane maltese. La vittima, per un ritardo, si è presentata in aula per formalizzare la denuncia una decina di minuti dopo che il giudice aveva già dichiarato il non doversi procedere

Nella precedente udienza era stata avvisata: il processo sarebbe andato avanti solo se si fosse presentata oggi, 23 ottobre, e avesse esplicitamente rinnovato la denuncia che aveva già sporto. E così ha fatto: ma un ritardo ha fatto sì che la donna comparisse nell'aula di Tribunale dove si discuteva della truffa di cui era stata vittima 10 minuti dopo che il giudice avesse già pronunciato la sentenza di non doversi procedere per tacito ritiro della querela. E' stata insomma una gara con la legge Cartabia, decisa sul filo di lana, a fare sì che P.C. di 44 anni, originario della provincia di Caserta, potesse farla franca e non rispondere di quello di cui era accusato. La riforma, voluta dall'ex Guardasigilli, impone infatti che le truffe vengano perseguite soltanto su espressa querela delle vittime. Volontà che c'era, ma formulata fuori tempo massimo.

Chissà se l'inghippo è stato dovuto forse a un autobus che non passava, a un treno non in orario o magari soltanto alla difficoltà di trovare un posto dove parcheggiare l'auto. Il fatto è che il processo, in cui l'uomo doveva rispondere di una truffa "magnificamente" orchestrata ai danni di una donna di Preganziol, è finito con una grande falò.

Il 44enne aveva messo un annuncio su un sito internet in cui millantava di essere in possesso di una cucciolo di cane razza maltese. L'inserzione, con tanto di foto, riportava il numero di telefono a cui la donna, interessata all'animale, aveva chiamato. E così i due si erano accordati per un cifra intorno ai 500 euro, più 50 euro per la spedizione dell'animale. La vittima aveva regolarmente pagato ma della bestiola nessuno traccia. Così, atteso qualche giorno, si era recata ai carabinieri di Mogliano Veneto dove aveva sporto la denuncia.

Ma era il 2018 e le truffe, secondo il vecchio ordinamento, andavano perseguite comunque. Tutto cambia con il decreto legislativo del 10 ottobre del 2022, pensato per " “l'efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari”. La donna si era già presentata in aula e le era stato detto che il reato sarebbe stato perseguito solo se avesse confermato presentato la denuncia querela in cui chiedeva che gli autori della truffa venissero perseguiti. Ma per una questione di minuti non è riuscita ad assolvere all'incombenza. Così l'imputato l'ha fatta franca, mettendosi tra l'altro in tasca il provento della truffa.

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