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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Quinto di Treviso

Il caso dei danni in biblioteca: ragazze si sono appoggiate al lavandino caduto

L'episodio la scorsa settimana a Quinto di Treviso: genitori e figlie hanno chiarito quanto avvenuto con la sindaca Stefania Sartori. Non è stato un raid vandalico come era stato ipotizzato dal Comune ma un banale incidente che sarà ugualmente risarcito

Nessun raid vandalico ma un semplice incidente, di certo non riconducibile al blitz di una baby gang come inizialmente era stato indicato dal Comune di Quinto di Treviso. La verità riguardante a quanto avvenuto la scorsa settimana all'interno dei bagni della biblioteca comunale è emersa nel corso di un colloquio tra la sindaca Stefania Sartori, i genitori e le due ragazze minorenni protagoniste dell'episodio. A mettere nero su bianco l'accaduto è stata una dei genitori che ha inviato una lettera alla nostra redazione per ricostruire il fatto.

«Le ragazze si sono recate in biblioteca e hanno chiesto di usufruire del bagno, nell'attesa una delle due si è appoggiata di schiena al lavandino che è immediatamente crollato dal muro» spiega la madre di una delle ragazze «Per fortuna nessuna si è fatta male altrimenti veramente sarebbero stati problemi seri per il comune per mancata manutenzione dei locali pubblici comunali. Sarebbe potuto capitare a chiunque, anche ad un disabile visto che il bagno è omologato anche per questa categoria di persone. Le ragazze hanno subito chiamato la bibliotecaria di turno per spiegare l'accaduto che ha contattato l'assessore alla Cultura, Turismo, Scuola e Politiche Giovanili. Quest'ultima è arrivata sul luogo dopo poco e anziché accertarsi in prima battuta dell'accaduto ha inveito verbalmente contro le ragazze accusandole di atti vandalici».

«Noi genitori il giorno successivo all'accaduto ci siamo recati in biblioteca offrendoci di pagare i danni involontariamente causati per non gravare sulla comunità» chiude la nota «Ci scusiamo con la comunità per il danno involontariamente causato al bagno della biblioteca». 

 


 

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