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Cronaca Spresiano

Calunnia e falsa testimonianza, archiviate denunce contro il sindaco e il suo predecessore

Sono finite in una bolla di sapone le accuse che Graziella Genio, impiegata dell'ufficio anagrafe del comune di Spresiano condannata in due gradi di giudizio per truffa e peculato per essersi intascata i soldi delle marche da bollo per la pubblicazioni matrimoniali, aveva rivolto a Marco Della Pietra, Riccardo Missiato e ad una collega

Calunnia e falsa testimonianza. Sono questi i reati di cui Graziella Genio, impiegata dell'ufficio anagrafe del comune di Spresiano condannata in due gradi di giudizio per truffa e peculato per essersi intascata i soldi delle marche da bollo per la pubblicazioni matrimoniali, aveva accusato Marco Della Pietra, attuale sindaco di Spresiano, l'ex primo cittadino Riccardo Missiato e una dipendente dell'ufficio anagrafe del Comune, che nel 2018 testimoniarono nel processo di primo grado nei suoi confronti. Il giudice per l'udienza preliminare Angelo Mascolo, su richiesta del pubblico ministero Daniela Brunetti, ha però deciso di archiviare tutto.

«Vi è - ha sostenuto il pm - carenza dell'elemento psicologico del reato di falsa testimonianza. E' assente anche qualsivoglia intento doloso nel riferire all'autorità giudiziaria un fatto che fosse a diretta conoscenza di Della Pietra». «Anche con riguardo agli altri indagati - è la tesi della Brunetti così come accolta dal gup - non possono essere condivise le prospettazioni della denunciante, in quanto smentite in fatto dalla stessa sentenza di primo grado, che nessuna censura muove nei confronti dei destinatari e attuali indagati».

La prima richiesta di archiviazione da parte della Procura si era arenata contro l'opposizione formulata dal legale della donna, l'avvocato Cristiano Biadene. Il gup Mascolo aveva infatti disposto la restituzione degli atti alla Procura e l'acquisizione dei registri su cui venivano annotati in nuovi nati a Spresiano, dopo aver in precedenza detto "sì" a quella relativa ai registri di stato civile. A Dalla Pietra la Genio contestava le affermazioni relative al fatto che numerosi genitori si sarebbero presentati in Comune lamentando il fatto che i propri figli non risultavano agli atti del Comune. A Missiato invece l'impiegata imputava di aver testimoniato che gli atti di matrimonio e di stato civile, rispetto ai quali sarebbero stati commessi in reati di peculato e truffa, non necessitavano dalla firma del sindaco quando invece, sostiene la Genio, tutto veniva formalizzato in presenza del primo cittadino. Infine la collega era accusata di non aver detto il vero quando, durante il dibattimento, asserì di non sapere che l'ufficio anagrafe poteva consegnare ai cittadini le marche da bollo, ovviamente a fronte del pagamento delle stesse.

«Ora - ha detto il sindaco si Spresiano Marco Dalla Pietra - attendiamo l'esito del giudizio in Cassazione. Se si dovesse arrivare ad una conferma della condanna provvederò subito al licenziamento (attualmente la Genio è a casa, a metà stipendio) oltre a muovere i legali per una azione di risarcimento dei danni».

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