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Cronaca Spresiano

Morto in una cava, sotto indagine il sistema di apertura della sponda del camion

Gli ispettori dello Spisal stanno portando avanti l'inchiesta sull'infortunio accaduto nella mattinata di sabato 30 a Spresiano e che ha provocato la morte di Andrea Toffoli, camioni di 48 anni residente a Vittorio Veneto. Ci si concentra su un'asta di ferro, lunga circa cinquanta centimetri, trovata a terra a fianco del camionista sul cui cadavere non verrà effettuata l'autopsia

Non verrà effettuata l'autopsia sul cadavere di Andrea Toffoli, l'autista 48enne di Arcade morto sabato scarso, 30 settembre, presso la cava della Canzian Inerti di Strada delle Fornaci a Spresiano. Il pubblico ministero Barbara Sabattini ha infatti deciso che è sufficiente l'esame cadaverico esterno, avvenuto subito dopo l'incidente sul lavoro avvenuto nella mattinata. Toffoli, che viveva a Vittorio Veneto con la famiglia, tra cui due figli di 18 e 15 anni, sarebbe stato travolto e ucciso dalla sponda posteriore del camion su cui stava effettuando dei lavori di manutenzione. Gli ispettori dello Spisal che stanno portando avanti le indagini sull'infortunio si stanno centrando su un'asta di ferro, lunga circa cinquanta centimetri, trovato a terra a fianco del camionista. L'ipotesi investigativa, che per ora resta solo un sospetto, è che quel pezzo di ferro servisse per bloccare la sponda posteriore del camion così da permettere all'autista 48enne di Arcade di effettuare dei lavori di manutenzione. Oppure per pulire il cassone del camion.

Secondo le prime ricostruzioni Toffoli era arrivato al mattino nella cava come gli capitava di fare al sabato per pulire il suo automezzo. Con lui, nell'area, c'erano altri tre o quattro dipendenti dell'azienda specializzata nel trasporto di inerti. Non si sa se stesso facendo pulizia nel cassone oppure qualche lavoro di manutenzione: accanto al mezzo, posto sotto sequestro dalla Procura, sono stati trovati un compressore ad aria e una saldatrice ancora accesa. L'ipotesi è che il primo strumento servisse per pulire il cassone, mentre il secondo, forse, per fare piccoli lavori di manutenzione.

Ma è sul quel pezzo di ferro, trovato ai piedi del cassone vicino al corpo, che gli investigatori si stanno interrogando. Cercando di capire se sia possibile che vi stato un cedimento strutturale della sponda che ha quindi travolto e ucciso Toffoli. Il sospetto è che quel pezzo di ferro fosse stato usato per tenere aperta la sponda, pesante diversi quintali, e permettere così di fare lavorare. Se questa ipotesi si dimostrasse corretta allora vorrebbe dire che inizialmente il cassone ribaltabile è stato messo nella posizione di scarico, in modo che la sponda si aprisse, e poi, una volta messa la sbarra di ferro come "fermo", il cassone è stato riportato nella posizione normale, così che la sponda rimanesse aperta. Ma qualcosa evidentemente non ha funzionato. E il 48enne è stato travolto, subendo lesioni alla testa tali che lo hanno portato alla morte.

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