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Cronaca Paese

Muore a 11 mesi mentre fa la "nanna" al nido, ecco le persone indagate

Per la morte di Alessandro Izzi, deceduto venerdì scorso mentre era nella struttura "Raggio di Luna" a Porcellengo di Paese, sono state iscritte nel registro degli indagati, oltre alla direttrice Rachele Pezzillo, anche le educatrici Sara Gambardella Faggian e Giulia Cavasin

Sono le trevigiane Sara Gambardella Faggian e Giulia Cavasin le altre due educatrici che, con la direttrice Rachele Pezzillo, che risultano iscritte nel fascicolo che il pubblico ministero Barbara Sabattini ha aperto in relazione alla morte di Alessandro Izzi, il bimbo di soli 11 mesi trovato cadavere venerdì scorso nella sua culla al nido "Raggio di Luna" di Porcellengo, frazione del comune di Paese. La Gambardella Faggian, la Cavasin e la Pezzillo (che svolgeva anche mansioni operative) sono state indagate, formalmente con l'accusa di omicidio colposo, al momento però solo a loro garanzia. Le tre educatrici del nido, una struttura di proprietà della parrocchia dato in gestione a privati, potranno così nominare un proprio consulente per partecipare all'autopsia sul corpo di Alessandro, che sarà effettuata giovedì prossimo 5 settembre dall'anatomopatologo Alberto Furlanetto, che sarà coadiuvato da una specialista pediatrico.

Sara Gambardella Faggian, Giulia Cavasin e Rachele Pezzillo sarebbero state, secondo quanto appurato dalla Procura di Treviso, le addette alla sorveglianza dei bimbi durante il riposo pomeridiano. La Pezzillo in particolare, dopo aver dato ad Alessandro la pappa di mezzogiorno, avrebbe avuto il compito di stare con piccoli nella stanza adibita a dormitorio, sequestrata dagli investigatori insieme alla culla e al cuscino della vittima.

L'inchiesta, che partirà dal determinare le cause della morte improvvisa, dovrà inoltre chiarire alcuni punti oscuri. Primo fra tutti il numero delle maestre in forza all'asilo nido, che la normativa impone tassativamente in un rapporto di una ogni otto bambini. E poi c'è la questione della vigilanza. All'interno dei locali adibiti a dormitorio la legge impone che ci debba sempre essere almeno una maestra chi vigili sui bimbi. L'ipotesi che si sta facendo strada tra gli inquirenti, ma per ora è solo una ipotesi, è che Alessandro, il cui decesso è stato provocato da un arresto cardiocircolatorio, sia rimasto vittima di una rigurgito durante il sonno. E che la persona che doveva vigilare in quel momento fosse assente: il bambino sarebbe così “annegato” nei suoi stessi conati senza che nessuno potesse accorgersi di nulla. Quando è arrivato il momento di svegliare i bambini il piccolo per il piccolo Alessandro sarebbe già stato troppo. E i soccorsi, arrivati al nido subito dopo, si sarebbero rivelati del tutto inutili.

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