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Cronaca Paese

Rogo di Castagnole, chiesto l'ergastolo per Sergio Miglioranza

Il pubblico ministero Anna Andreatta ha anche invocato l'isolamento diurno per tre anni e l'applicazione di una misura cautelare nei confronti dell'anziano che, il 10 giugno del 2020, avrebbe ucciso la moglie Franca Fava e Fiorella Sandre, un'amica che viveva nella casa

Ergastolo. E' questa la richiesta formulata oggi 15 marzo alla Corte d'Assise dal pubblico ministero Anna Andreatta al termine della sua requisitoria nel processo a Sergio Miglioranza, l'uomo che secondo l'accusa il 10 giugno del 2020 distrusse con un incendio doloso la sua casa a Castagnole di Paese, provocando la morte della moglie, la 68enne Franca Fava, e di Fiorella Sandre, una 72enne che viveva con loro. Anna Andreatta, in considerazione delle aggravanti - tra cui quella delle crudeltà - ha invocato che al 72enne venga applicato anche l'isolamento diurno per tre anni e che gli venga imposta la misura cautelare degli arresti in carcere. Miglioranza, che era presente in aula, è rimasto impassibile quando il pm ha proferito le parola"ergastolo": è rimasto seduto a fianco del suo legale (l'avvocato Rossella Martin), con le mani incrociate, lo sguardo fisso nel nulla, salvo poi esplodere nella commozione fuori dall'aula. "Quel fuoco mi ha tolto tutto - ha detto - non avevo ragioni per fare una cosa del genere e non l'ho fatta".

Il 72enne, secondo il magistrato che si è occupato del caso, è stato "reticente nelle sue dichiarazioni", ha cercato di depistare gli inquirenti portando a processo dei presunti indizi su un altro responsabile e la sua ricostruzione dei fatti presenta numerose contraddizioni. Invece avrebbe agito spinto dal massimale dell'assicurazione sulla casa e quello che avrebbe pensato di portare a casa con la copertura della moglie, che però era contraente della polizza e quindi non risarcibile.

"Sono soddisfatto - ha detto la figlia di Fiorella Sandre - all'inizio avevo dei dubbi sulle responsabilità di quel tremendo rogo, mi dicevo che non era possibile che fosse stato lui. Poi quando è iniziato il processo abbiamo tutti avuto la certezza che era stato proprio Sergio. La mia costituzione come parte civile non ha niente a che fare con i soldi di un risarcimento, che peraltro non vedrò mai, ma è stata una questione di giustizia. Mia madre si era trasferita da Breda di Piave a Paese per stare più vicina ai suoi nipoti. E' stata una tragica decisione".

Sergio Miglioranza, nelle ipotesi della Procura, avrebbe impiegato 17 minuti a mettere in atto il piano diabolico. Questo almeno dice la superperizia disposta dalla Corte d'Assise e effettuata dai due periti Alberto Sturaro e Arnaldo Bagnato. L'incendiario, secondo i due esperti, avrebbe preparato 11 punti di innesco, 9 esterni alla casa e due internamente al primo piano utilizzando della benzina e dei blocchetti accendi fuoco. Poi avrebbe acceso il tutto (prima a quelli posti fuori dall'abitazione e successivamente a quelli interni) e quindi sarebbe uscito definitivamente dalla casa. Il rogo avrebbe attinto il piano terra provenendo dall'esterno, prevalentemente dalla alberature. Ma l'incendio che sarebbe scaturito al primo piano sarebbe nato dagli inneschi posti al di fuori della camera e di un cucinotto.

Il pubblico ministero ha quindi parlato delle intercettazioni telefoniche (un colloquio che era avvenuto con il fratello del presunto piromane) in cui un conoscente diceva che Miglioranza voleva liberarsi della presenza soprattutto della moglie, arrabbiata con lui perché aveva dilapidato circa 150 mila euro in un investimento fatto con una donna rom, che poi non gli avrebbe neppure restituito il capitale. L'uomo avrebbe quindi preparato la "trappola" posizionando delle bombole di gas e sbarrando la porta di uscita della lavanderia, che si trova al piano terra cioè proprio dove le due vittime erano solite dormire. Franca Fava e Fiorella Sandre sarebbero asfissiate mentre cercavano inutilmente una via di uscita dalle fiamme che presto le avrebbero raggiunte.

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