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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Paese

Uccise a colpi di pistola il fratello e la cognata, il processo va in Corte d'Assise

Oggi 23 gennaio il gup Piera De Stefani non ha deciso relativamente alla aggravante contestata dalla Procura sulla convivenza. Il procedimento inizierà il 13 marzo ma è molto probabile che i giudici alla fine diano al 50enne, che è reo confesso, lo sconto di un terzo sulla pena complessiva

Il processo a Massimo Pestrin, il 50enne che a Paese, il 3 maggio scorso, ha freddato con 11 colpi di pistola il fratello Lino e la cognata Rosanna Trento, si farà davanti alla Corte d'Assise di Treviso il prossimo 13 febbraio. Il gup Piera De Stefani non si è infatti espressa sulla richiesta formulata dal difensore dell'uomo, l'avvocato Fabio Crea, che aveva presentato una istanza affinché il procedimento si svolgesse con il rito abbreviato per la non sussistenza dell'aggravante contestata della convivenza tra Pestrin e le due vittime. Il 50enne sarà verrà quindi giudicato con il rito immediato: ma i giudici, se riconoscessero l'assenza del vincolo della convivenza o se il pubblico ministero Michele Permunian dovesse togliere l'aggravante stessa dal capo d'imputazione (come è prevedibile anche alla luce della giurisprudenza) tutto si concluderebbe con uno sconto di pena a Pestrin, che è reo confesso, pari a un terzo della pena totale. L'avvocato Crea, inoltre, insisterà perché venga fatta una nuova perizia psichiatrica sul suo assistito. «Ci sono le ragioni oggettive e soggettive e oggettive - ha detto – che depongono per approfondimenti sul suo stato mentale».

Secondo l'esito della precedente valutazione psichiatrica al momento di fare fuoco Pestrin era capace di intendere e volere ma sottoposto ad uno stress emotivo causato dal sospetto che la moglie lo tradisse con il datore di lavoro. Avrebbe ucciso il fratello e la cognata con la pistola che aveva utilizzato durante il periodo in cui aveva lavorato come guardia giurata. Le motivazioni dell'omicidio, di cui l'assassino non ricorderebbe nulla, restano avvolte nel mistero anche se nei giorni immediatamente successivi ai fatti si era parlato di vecchie ruggini con la famiglia del 50enne, che avrebbe saputo della presunta infedeltà della consorte e non avrebbe detto nulla, oppure legate al fatto che il 50enne avrebbe discusso con il fratello sulla contribuzione delle spese familiari per le quali, ad un certo punto, non avrebbe più versato nulla.

Pestrin avrebbe ucciso prima il fratello Lino e solo dopo la cognata. Bossoli di cartuccia sono stati trovati anche sulla soglia della porta che conduce al piano superiore e in tutto pare che il 50enne abbia fatto fuoco 17 volte. Dopo aver sparato sarebbe uscito dalla casa. Lo hanno trovato seduto in una panca davanti l'ingresso dell'abitazione che attendeva le forze dell'ordine che aveva lui stesso chiamato. Del processo fanno anche parte la madre e le due sorelle di Rosanna Trento, costituitesi come parte civile e difese dall'avvocato Luca Dorella.

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