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Cronaca Paese

Traffico di sostanze dopanti, farmacista rinviata a giudizio

Il processo a Valentina Alessi Battaglini, ex direttrice del negozio di medicinali di Castagnole, inizierà nel febbraio del 2025. Sarebbe stata a capo di uno dei centri di approvvigionamento dei medicinali vietati. Altre due persone hanno chiuso i conti con la giustizia attraverso i riti alternativi

Erano accusati di illecita importazione e commercializzazione sul territorio nazionale di medicinali vietati (tra cui il noto "Nandrolone"), così come anche di somministrazione e commercializzazione di medicinali scaduti o imperfetti, oltre che di falsificazione di prescrizioni mediche, esercizio abusivo della professione sanitaria ed assunzione di farmaci vietati. Pietro Munisteri, 37enne personal trainer e la madre 62enne Anna Maria Taormina, entrambi residenti a Montebelluna ma originari di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento (difesi dall'avvocato Giuseppe Vinciguerra), hanno risolto le loro pendenze giudiziarie con due riti alternativi. L'uomo ha patteggiato oggi, 22 febbraio, una pena di 2 anni, 11 mesi e 20 giorni, sostituita da un uguale periodo ai lavori socialmente utili. Al 36enne è stato imposto anche l'obbligo di dimora in Sicilia. La donna invece è stata condannata in abbreviato a 1 anno e 10 mesi, con il riconoscimento delle attenuanti. La pena è sospesa e non sarà menzionata nel suo casellario.

Il gup  Piera De Stefani ha inoltre rinviato a giudizio (il processo inizierà nel febbraio del 2025) Valentina Alessi Battaglini, difesa dall'avvocato Fabio Crea, ex direttrice della farmacia di Castagnole che sarebbe stata uno dei centri di "approvvigionamento" delle sostanze illecite di cui avrebbero fatto uso una 50ina di persone, in gran parte body builder, residenti in 37 province italiane. Altre tre persone, il 60 Paolo Morsoletto e la figlia 35enne Natasha Battistella, che sarebbero i titolari della tipografia di Montebelluna in cui venivano stampate le false prescrizioni, e Alessandro Prato, 51enne di Agrigento (un "grossista") hanno chiesto e ottenuto la messa alla prova.

Sessantacinque erano le persone entrate nell'inchiesta, che risale al 2021, denominata "la Paesana", condotta dai carabinieri del Nas di Treviso e dai militari della compagnia di Agrigento e nel corso della quale erano stati sequestrati farmaci per un valore complessivo di 103mila euro (1.428 confezioni e oltre 15.800 tra fiale, compresse, blister e 130 boccette di nandrolone). Grazie alla cooperazione di polizia ed Europol era stato poi possibile ricostruire anche alcune rotte internazionali di provenienza dei farmaci acquistati via chat e social network, individuando in tal modo diversi cittadini stranieri (soprattutto tra Bulgaria, Grecia ed Ucraina) che erano destinatari di rimesse di denaro estere o di plichi di materiale. Un "gioco" questo che avrebbe permesso, tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020, di trasferire all'estero ben 38mila euro ricevendo in cambio 31 spedizioni di medicinali a fronte dell'invio di 281 spedizioni verso 125 clienti in tutta Italia.

Le indagini avevano permesso di sorprendere i due principali indagati mentre stavano tentando di spedire prescrizioni mediche "bianche" per l'acquisto di prodotti farmaceutici con principi attivi a base di ormone della crescita. Durante la successiva perquisizione domiciliare i carabinieri avevano potuto sequestrare farmaci dopanti (tra cui 800 confezioni e 14.275 fiale sfuse, di cui 103 di nandrolone) per un valore di 55mila euro, ricette false, 42.150 euro in contanti quale provento dell'attività illecita oltre a numerosi flaconi in vetro vuoti o contenuti in un liquido non meglio identificato e altri recanti etichette di varie preparazioni verosimilmente farmacologiche. Inoltre erano stati trovati cinque plichi già pronti per la spedizione e contenenti prodotti steroidei, un listino prezzi con tutti i prodotti in vendita, appunti con i nomi e le utenze telefoniche dei clienti e anche bonifici esteri.

Secondo la ricostruzione dei militari, madre e figlio (arrestati a Porto Empedocle dagli uomini della compagnia dei carabinieri di Agrigento) gestivano dunque in maniera evidente un illecito commercio di prodotti farmaceutici ad azione dopante, il tutto utilizzando false ricette mediche o tramite fornitori stranieri pagati con money-transfer o con versamenti su conti correnti esteri. Inoltre, i prodotti venivano rivenduti in primis a bodybuilders in tutta Italia, con spedizioni postali riferite e mittenti oppure destinatari fuorvianti, anche perché gli stessi indagati producevano e commerciavano persino falsi prodotti farmaceutici utilizzando nomi di brand inventati con etichette stampate in autonomia ("Medical Pharma" e "Dunning Labs" su tutti).

Munisteri dopo la perquisizione a casa della madre si era trasferito in Sicilia da dove avrebbe continuato la proprio attività criminale, tanto che nell'estate del 2021 il 336enne venne fermato dai Carabinieri di Agrigento che nella sua macchina ritrovarono flaconi delle stesse sostanze proibite.

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