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Cronaca Valdobbiadene

Vendemmia del Cartizze, scoperta azienda che impiegava 10 lavoratori in nero

Operazione della Guardia di Finanza di Treviso a Valdobbiadene. Appurato l’impiego di braccianti per i quali erano state omesse le preventive comunicazioni obbligatorie di assunzione. Sono previste sanzioni amministrative anche oltre i 15mila euro

Dieci lavoratori completamente in nero sorpresi a vendemmiare sulla colline del Cartizze, zona di eccellenza della Docg del prosecco superiore. A portare alla luce la vicenda sono state le fiamme gialle del comando provinciale di Treviso, impegnate in controlli straordinari per contrastare l’impiego irregolare di manodopera nel settore viticolo. A finire nei guai un'azienda di Valdobbiadene. L’operazione ha preso spunto da una mirata attività di monitoraggio del territorio della Sinistra Piave e nello specifico, i finanzieri della Compagnia di Conegliano hanno individuato, nell’area destinata alla produzione del rinomato Prosecco DOCG Valdobbiadene Superiore di Cartizze, un appezzamento di terreno in cui diverse persone erano impegnate nella raccolta delle uve da vino.

Dinanzi a tale situazione, gli investigatori hanno svolto specifici approfondimenti di polizia economico-finanziaria nei confronti dell’azienda agricola titolare del vigneto, grazie ai quali è stato possibile appurare l’impiego di 10 lavoratori, tutti italiani e residenti in provincia di Treviso, per i quali erano state omesse le preventive comunicazioni obbligatorie di assunzione, circostanza per la quale sono previste sanzioni amministrative anche oltre i 15mila euro. Infine, a fronte dell’elevato numero di lavoratori impiegati in nero, la posizione del datore di lavoro è stata segnalata all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, per le determinazioni di competenza circa la sospensione dell’attività imprenditoriale.

"L’attività costituisce" si legge in un comunicato "ulteriore testimonianza dell’impegno profuso dalla Guardia di Finanza di Treviso nell’attività di contrasto al lavoro sommerso, fenomeno che, oltre a sottrarre risorse all’Erario, mina i diritti dei lavoratori, favorendo una competizione sleale con le numerose imprese oneste".

A Maserada e Nerbon due tuguri scoperti dalle polizie locali

L'operazione della Guardia di Finanza segue a stretto giro quelle eseguite nei giorni scorsi a Maserada e a Nerbon dalle polizie locali di Maserada e del consorzio che riunisce San Biagio, Silea, Zenson e Monastier che hanno portato a scoprire due autentici tuguri in cui venivano ospitato un centinaia di braccianti, soprattutto pakistani e indiani, impiegati in questi giorni nella vendemmia in provincia di Treviso.

«Non conosco la vicenda nello specifico, penso solo che noi abbiamo fiducia nella magistratura che chiarirà eventuali posizioni, dopodichè noi siamo sempre per la regolarità, per il fatto che i lavoratori abbiano rispettate le regole di sicurezza sul lavoro, che ci sia il rispetto della dignità» ha commentato il presidente del Veneto, Luca Zaia, a margine dell'inaugurazione del villaggio delle zucche a Villorba.

«Ci devono essere più controlli e ci deve essere più coscienza da parte degli imprenditori, questo è un problema di cultura, è un problema che dobbiamo affrontare» ha commentato il presidente della Camera di commercio di Treviso, Mario Pozza «anche a causa del calo demografico avremo sempre più bisogno di manodopera straniera, non di italiani e l'accoglienza è fondamentale per instaurare un rapporto che non porti a tensioni sociali come sta avvenendo in Francia con le banlieu e come potrebbe accadere anche da noi. E' una questione di coscienza dell'imprenditore nel senso che il successo del nostro territorio da cosa è stato dato? Dal rapporto dell'imprenditore con i suoi collaboratori ed è stato fondamentale questo. Su scala nazionale bisogna tradurre questo come istituzioni, aiutando il mondo dell'impresa, favorendo l'inserimento. E' un problema annoso, sappiamo anche anche a livello governativo ci sono delle forze politiche che hanno delle visioni diverse però bisogna farci i conti. L'Istat l'ha detto chiaramente: tra non molti anni l'Italia sarà in sofferenza, nel 2040 avremo una famiglia su cinque che avrà un figlio. Con questo calo demografico il nostro Paese non può affrontare le sfide future e non può mantenere quello che il sistema Paese richiede».

Camani e Zanoni (Pd): «Piaga intollerabile»

«Le notizie dei recenti blitz delle forze dell’ordine a San Polo di Piave, a Maser, a Maserada e San Biagio di Callalta  in provincia di Treviso contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura ci restituiscono una fotografia pesante sul fenomeno del caporalato che colpisce drammaticamente anche la nostra regione. Una piaga intollerabile, che oltre a violare le più elementari norme contrattuali e salariali, annienta la dignità delle persone e reca un danno economico alla società». Così la capogruppo del PD Veneto, Vanessa Camani, commenta le operazioni della Polizia Locale che hanno portato alla scoperta nel Trevigiano di un «sistema di sfruttamento che, come spesso avviene, sembra coinvolgere cooperative spurie che arruolano braccia, anche di persone in nero o in clandestinità, da impiegare in agricoltura. Sono spesso soggetti che intermediano manodopera a prezzo bassissimo, che offrono alle aziende locali. Generalmente questi lavoratori sono pagati 3 o 4 euro all’ora, sono sottoposti ad orari di lavoro giornalieri impossibili e sono costretti a vivere in precarie condizioni igieniche e sociali. Ma sappiamo quanto questo dramma non sia più limitato al settore agricolo e sia ormai esteso ad altri comparti strategici del sistema produttivo regionale, dalla manifattura all’edilizia, dalla logistica al volantinaggio».

A questo proposito l'esponente dem e presidente della Commissione Legalità, Andrea Zanoni, punta l'indice sulla «carenza del personale di controllo. Gli Spisal, malgrado le promesse di rafforzamento da parte della Regione, sono in sottorganico. Un corto circuito peraltro emerso già in Commissione Legalità nel corso degli approfondimenti dedicati agli incidenti sul lavoro e le malattie professionali. È evidente la necessità di investire su questo fronte per scongiurare il diffondersi di un fenomeno che da anni vede il territorio trevigiano particolarmente colpito, anche con situazioni miste tra regolari e lavoratori in condizioni di schiavitù. I blitz di queste ore, rispetto ai quali mi congratulo con le forze di polizia che hanno eseguito le operazioni, confermano ulteriormente questo scenario».

Secondo Camani e Zanoni «è inoltre indispensabile investire maggiormente sull’adesione capillare alla Sezione Territoriale del Lavoro Agricolo di Qualità, stringendo alleanze sempre più proficue con le organizzazioni di categorie e promuovere forme trasparenti e legali di incontro tra domanda e offerta, oltre ad investire di più nelle politiche attive del comparto. Sono azioni che richiedono un protagonismo nuovo delle istituzioni locali e della Regione, per far emergere con tempestività le eventuali situazioni di irregolarità e per implementare la cultura della legalità nel mondo del lavoro».

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