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Ulss 2: «In pronto soccorso una donna vittima di violenza ogni tre giorni»

Sono 579 le donne finite nei pronto soccorso della provincia dopo aver subito violenze e abusi: aumento del 5% rispetto all'anno scorso. La dottoressa Morellato nominata referente aziendale a tutela delle vittime di violenza

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (sabato 25 novembre) l’Ulss 2 Marca trevigiana ha rinnovato il suo impegno a sostegno e tutela delle donne vittime di violenza organizzando una serie di iniziative su questa importante e delicata tematica.

Non solo il 25 novembre, però: sono molteplici le attività che gli operatori hanno realizzato e hanno in cantiere per la presa in carico e la messa in sicurezza delle vittime di violenza. Ne hanno parlato giovedì 23 novembre, a Villa Carisi, il direttore generale Francesco Benazzi, il dottor Enrico Bernardi, primario del Pronto Soccorso di Treviso, e la dottoressa Catia Morellato, medico del Pronto Soccorso di Montebelluna nominata proprio in questi giorni Referente aziendale del percorso di tutela delle vittime di violenza. Morellato ha letto la poesia “A tutte le donne” di Alda Merini, accompagnata dalle note di Giorgio Pavan, al violino e Giulia Vazzoler al pianoforte in un momento molto toccante.

Giulia Vazzoler, Giorgio Pavan

I dati

Da inizio anno, nella sola provincia di Treviso, sono 579 le donne che hanno avuto il coraggio di rivolgersi ai pronto soccorso dell'Ulss 2 (25 in più rispetto all'anno scorso), ma questo dato rappresenta soltanto la punta di un gigantesco iceberg. 

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«Nei nostri pronto soccorso arriva, in media, una donna vittima di violenza ogni tre giorni, ma sappiamo che questo dato rappresenta solo il 10% di quanto accade nella realtà - spiega la dottoressa Catia Morellato -. Con il dottor Enrico Busato, primario dell’Ostetricia e Ginecologia di Treviso, stiamo istituendo un percorso aziendale per la presa in carico delle vittime di violenza sessuale, in linea con quanto già realizzato per la presa in carico dei minori vittime di abuso e maltrattamento. Nei reparti di Ostetricia e Ginecologia sono stati inoltre avviati dei percorsi di formazione del personale per poter aiutare nel miglior modo possibile le pazienti vittime di violenza». 

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Nei pronto soccorso dell’Ulss 2 sono attivi i "Codici Rosa", una priorità che al momento del triage viene attribuita alla donna individuata come vittima di violenza - le parole del dottor Enrico Bernardi -. La nostra volontà è che queste pazienti, ancor più se accompagnate da bambini, vengano prese in carico tempestivamente e possano rimanere in una zona dedicata a tutela della loro privacy. Se non si presenta la necessità di un ricovero, viene effettuata una valutazione del rischio di un nuovo episodio di violenza e, in base al risultato, viene attivata la rete di sostegno. Purtroppo le donne vittime di violenza sono spesso reticenti alla denuncia: il nostro compito in qualità di operatori sanitari è quello di aiutarle a trovare il coraggio, supportarle e far sì che non cadano nell’isolamento, spesso provocato dalla solitudine e dal sentirsi colpevoli. Dobbiamo aiutarle a riconoscere che il problema arriva dal di fuori». 

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«La nostra azienda ha realizzato una delibera sul percorso a tutela delle vittime di violenza, sia per quanto riguarda l’accesso in Pronto Soccorso che in Ostetricia e Ginecologia, con l’intento di definire una rete importante che coinvolge i Centri antiviolenza del territorio, le Forze dell’Ordine, le Case-rifugio e gli enti territoriali - conclude il direttore generale, Francesco Benazzi -. La dottoressa Morellato, individuata come referente aziendale, lavorerà per le donne che si rivolgono alle nostre strutture, ma anche per le nostre operatrici, che costituiscono l’80% del personale aziendale e che possono anche loro subire violenza. La dr.ssa avrà anche il compito di “non dimenticare”, facendo in modo che il 25 novembre sia non solo una volta all’anno, ma ogni giorno: la sensibilizzazione rimane uno strumento importante per aiutare le donne a denunciare».

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