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Cronaca Paese

Chiama al telefono una prostituta ma viene ricattato, in due finiscono davanti al giudice

Vittima della "sexy" estorsione, messa in atto da un uomo e una donna residenti in provincia di Napoli, sarebbe un 56enne di Paese. Dopo aver chiamato un numero trovato sulla rete internet sarebbe stato minacciato di rivelare il "vizetto" alla famiglia

Una telefonata ad un numero trovato in internet fatta per accordarsi su un bollente "diversivo" con una prostituta che offre tramite la rete i suoi bollenti servigi. Ma poi scatta l'incubo: l'uomo è costretto, sotto la minaccia di rivelare tutto alla famiglia, a ricaricare una carta postepay intestata ad una donna. Pagati i primi 300 euro le richieste si fanno però più pressanti e allora la vittima di questo "sexy ricatto" decide di andare a denunciare il fatto ai carabinieri. E proprio mentre si trova alla stazione dell'Arma di Casale sul Sile, riceve l'ennesima chiamata: «Io e te ci conosciamo bene, se non paghi sapranno tutti che avevi un appuntamento con una prostituta trans». 

I presunti autori dell'estorsione, finiti a processo a Treviso, sono un uomo di 33 anni e una donna di 50, entrambi residenti in provincia di Napoli. Le indagini dei carabinieri scopriranno che il 56enne, residente a Paese, sposato con figli, non è l'unico "pesce" intrappolato nella rete dei truffatori a "luci rosse": i militari identificano infatti vari soggetti, tutti agganciati con la stessa tecnica e tutti costretti a pagare le ricariche, un po' in tutta Italia. Uno, in particolare, risiede in provincia di Treviso.

La vittima, che nell'udienza di oggi, 1 marzo,  si sarebbe dovuto presentare in aula per testimoniare ma non è comparso, nega ovviamente di aver telefonato alla "bella di notte". "Sono felicemente sposato e ho anche dei figli, io non le faccio certe cose" aveva detto al momento di presentare la denuncia. E agli inquirenti militari ha raccontato di aver fatto quel numero "per sbaglio" e di aver immediatamente riagganciato. Ma qualche giorno dopo, a seguito delle verifiche fatte sulla sua utenza telefonica, viene richiamato in caserma ed è costretto ad ammettere di aver pagato la prima tranche del ricatto. 

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